Considerato il più importante pittore
verista del Novecento calabrese. Visse l'infanzia a Bagaladi e si
trasferì poi a Reggio Calabria dove frequentò l'ambiente artistico
ed in particolare Umberto Marasco, un bravo decoratore che egli
definì il proprio "maestro". Frequentò la scuola d'arte
Mattia Preti di Reggio; presto si specializzò in disegni di paesaggi
calabresi e figure ispirate al costume calabrese; collaborò con
diversi quotidiani e periodici. Dipinse a Reggio Calabria quattro
grandi composizioni d'arte sacra per la Cattedrale di Reggio
Calabria, e altre nel Santuario di San Paolo, nella Chiesa del
Carmine e nella Cattolica dei Greci. Dipinse inoltre bozzetti e
cartoni per vetrate e mosaici per altre chiese reggine. Il quadro "I
lavoratori" è una delle sue opere più importanti.
Umberto Boccioni (Reggio Calabria, 1882 - Verona, 1916)
Esponente di spicco del futurismo.
L'idea di rappresentare visivamente il movimento e la sua ricerca sui
rapporti tra oggetto e spazio influenzarono fortemente le sorti della
pittura e della scultura del XX° secolo. Umberto nacque il 19
ottobre 1882 a Reggio Calabria; qui frequentò le prime classi delle
elementari, successivamente la famiglia si trasferì a Forlì, poi a
Genova e a Padova. Nel 1897 (a causa del lavoro del padre Raffaele)
giunse l'ordine di un nuovo trasferimento a Catania. A Catania
Umberto frequentò l'istituto tecnico fino a ottenere il diploma.
Collaborò con alcuni giornali locali e scrisse il suo primo romanzo:
Pene dell'anima che reca la data 6 luglio 1900. Nel 1901 Umberto si
trasferì a Roma, lì frequentò spesso la casa della zia Colomba. In
poco tempo s'innamorò di una delle sue figlie, Sandrina. Umberto, a
circa vent'anni, frequentò lo studio di un cartellonista, dove
apprese i primi rudimenti della pittura. In questo periodo conobbe
Gino Severini, con il quale frequentò, a Porta Pinciana, lo studio
del pittore divisionista Giacomo Balla. All'inizio del 1903 Umberto e
Severini frequentarono la Scuola libera del Nudo, dove ebbero modo di
incontrare Mario Sironi, anch'egli allievo di Balla, con il quale
strinsero una duratura amicizia. In quell'anno Umberto dipinse la sua
prima opera Campagna Romana o Meriggio.
Andrea Cefaly (Cortale, 1827 - Cortale, 1907)
È detto a volte "senior" per
distinguerlo dal nipote Andrea Cefaly junior, a sua volta pittore.
Nacque a Cortale, paese in provincia di Catanzaro, da una famiglia
dell'antica aristocrazia. Il padre Domenico era un proprietario
terriero, la madre Caterina Pigonati era letterata e musicista. Dopo
i suoi studi catanzaresi, nel collegio degli Scolopi, si trasferì
nel 1842 a Napoli, per intraprendere la professione forense e
frequentare le lezioni del letterato Cesare Malpica e di Francesco
de Sanctis. Vinta la resistenza paterna, si iscrisse all'Accademia di
Belle Arti, allievo di Filippo Marsigli, e alla scuola libera di
Giuseppe Bonolis. Nel 1848 prese parte ai Moti liberali antiborbonici
e combatté nella Guardia Nazionale, di cui fu capitano. Nel 1855
ritornò a Napoli, nel tempo in cui era in corso la rivoluzione
pittorica verista. Due anni dopo aprì studio al vicoletto San
Mattia, divenuto confluenza e officina di pittori e letterati. Nel 1860 fu con Giuseppe Garibaldi, che
seguì fino alla battaglia del Volturno, esperienza che tradusse in
diverse opere pittoriche. Ritornato a Cortale, nel 1862 fondò una
Scuola di Pittura, con presidente onorario Garibaldi. Si interessò
attivamente di politica e fu consigliere comunale e provinciale (anni
1871-1875), deputato repubblicano al parlamento (1876-1880), nella I
e III legislatura del Regno d'Italia, quando la destra era al potere,
cercando sempre di sensibilizzare gli ambienti politici intorno alle
tristi condizioni della Calabria di allora.
Pietro Negroni (Borgo Partenope, 1505 - Napoli, 1567)
Nacque nell'anno 1505, secondo alcune
fonti a San Marco Argentano in provincia di Cosenza (ipotesi più
accreditata), secondo altri a Borgo Partenope, sempre nel cosentino.
Recatosi a Napoli, entrò nella bottega
del suo conterraneo Marco Cardisco e subì l'influenza di Polidoro da
Caravaggio, che diffondeva in quegli anni nel sud dell'Italia il
linguaggio e gli stilemi della Maniera. A lui probabilmente Giorgio
Vasari si riferisce, nel raccontare la Vita di Marco Calavrese
Pittore. A Napoli, lo "Zingarello", come era soprannominato
per il suo aspetto fisico, fu incaricato di preparare le coreografie
per l'arrivo in città dell'imperatore Carlo V, incarico che gli
portò un certo prestigio. Molte sue opere sono sparse tra Campania,
Sicilia e soprattutto Calabria, ad esempio in varie chiese di
Cosenza, Castrovillari e Cassano all'Ionio, dove è conservata una
splendida Annunciazione. Notevoli gli olii su tavola, scomparti di un
polittico ora smembrato, ospitati nel Convento della Riforma a San
Marco Argentano: il San Paolo, effigiato con due piedi sinistri, il
San Pietro e la Santissima Trinità.
Mattia Preti (Taverna, 1613 - La Valletta, 1699)
È detto anche il Cavaliere Calabrese
perché nato in Calabria e fatto cavaliere da papa Urbano VIII
durante la sua attività a Roma. Attivo nella penisola italiana e a
Malta in un lunghissimo arco di tempo (la sua carriera durò oltre
sessant'anni) fu uno dei più importanti esponenti della pittura
napoletana. Mattia Preti nacque a Taverna, in provincia di Catanzaro,
piccolo centro della Sila catanzarese, ai margini della scena
culturalmente più vivace del suo tempo. Il clima che vi si respirava
non doveva discostarsi troppo dalla rielaborazione in chiave locale
degli esempi del tardo manierismo meridionale, testimoniati dalla
pittura di Giovanni Balducci, Giovanni Bernardino Azzolino e Fabrizio
Santafede. Gli stimoli più rilevanti furono probabilmente di altra
natura.
Preti nasce terzo di una numerosa
stirpe appartenente al ceto intermedio delle famiglie "onorate",
non ricche di possedimenti o beni materiali ma di "qualità
morali e intellettuali", come rilevò nel 1929 Alfonso
Frangipane, il più tenace e assiduo ricercatore di documenti
pretiani, ricordando la separazione fra ceti elaborata nel 1605. La
madre, Innocenza Schipani, apparteneva ad una delle quattordici
famiglie nobili di Taverna, da tempo insediata nel borgo di San
Martino, nella cui chiesa parrocchiale possedeva una cappella
gentilizia che ospitò il battesimo del piccolo Mattia il 26 febbraio
1613, due giorni dopo la nascita. Il suo precettore fu don Marcello
Anania, parroco della chiesa di Santa Barbara di Taverna, che lo
istruì “nella grammatica e nelle buone lettere”.
Nel 1630 si trasferì a Roma, dove
abitò nei primi anni insieme al fratello maggiore Gregorio, anche
lui pittore e di una decina d'anni più grande. Conobbe le tecniche
del Caravaggio e dei suoi seguaci, da cui fu fortemente influenzato.
A questo periodo risalgono gli affreschi di San Giovanni Calibita, di
San Carlo ai Catinari e di Sant'Andrea della Valle in Roma. Rimase a
Roma per quasi venticinque anni, ma si recò spesso in viaggio per
l'Italia e l'estero (Spagna e Fiandre soprattutto), avendo contatti
con i pittori emiliani della generazione precedente, quali Guercino e
Giovanni Lanfranco, che influenzarono ulteriormente la sua pittura.
Dal 1653 si trasferì a Napoli, dove subirà l'influenza di un altro
grande pittore più giovane, Luca Giordano. Nella città partenopea
il Preti contribuì a dare sviluppo alla scuola pittorica napoletana.
Tra il 1657 e il 1659 affrescò le porte della città durante la
peste; di queste opere rimane oggi solo quella su porta San Gennaro.
Inoltre sulla volta di San Pietro a Majella dipinse la vita di San
Pietro Celestino e Santa Caterina d'Alessandria. Risalenti al suo
periodo napoletano, diverse altre furono le opere compiute dal Preti.
Vi fu infatti il Ritorno del figliol prodigo al Palazzo Reale e altre
tele conservate in alcune chiese napoletane. Nel 1661 l'artista si
trasferì a Malta, chiamato dal Gran maestro dell'ordine di Malta
Raphael Cotoner. Sull'isola realizzò buona parte della decorazione
della Concattedrale di San Giovanni a La Valletta e la Conversione di
San Paolo, nella vecchia Cattedrale di San Paolo a Medina per conto
dei Cavalieri Ospitalieri, e altre opere per le varie chiese maltesi.
Secondo lo storico dell'arte Antonio Sergi, Mattia Preti avrebbe
realizzato a Malta un totale di circa 400 opere tra tele e affreschi.
Dal 1672 riesce a realizzare numerose opere nelle chiese della sua
città natale, Taverna.
Mimmo Rotella (Catanzaro, 1918 - Milano, 2006)
Considerato uno dei protagonisti della
scena artistica della seconda metà del XX secolo. La sua figura è
legata al movimento del Nouveau Réalisme e della Pop Art
internazionale. Nato nel 1918 a Catanzaro da una famiglia della media
borghesia, dopo aver ottenuto il diploma nel 1940, nel 1941 è
chiamato alle armi. Nel 1943 lascia l'esercito e l’anno successivo
ottiene il diploma di maturità artistica a Napoli. Tra il 1944 e il
1945 insegna disegno e calligrafia a Catanzaro. Nel 1945 si
trasferisce a Roma dove frequenta la giovane avanguardia costituita
dagli esponenti del Gruppo Forma 1 (Carla Accardi, Ugo Attardi,
Pietro Consagra, Piero Dorazio, Mino Guerrini, Achille Perilli,
Antonio Sanfilippo e Giulio Turcato). Dopo gli inizi figurativi e le
prime sperimentazioni, inizia a dipingere quadri astratto-geometrici
ispirati alle opere di Vasilij Kandinskij e Piet Mondrian. Nel 1947
partecipa alle prime esposizioni nell'ambito dell'Art Club. Nel 1949
si dedica ad esperimenti di poesia fonetica, che denomina epistaltica
(un neologismo inventato dall'artista), del quale nello stesso anno
redige il Manifesto. Nel 1950 espone a Parigi al Salon des Réalités
Nouvelles. Nel febbraio 1951 partecipa alla mostra "Arte
astratta e concreta in Italia - 1951" organizzata da Palma
Bucarelli e Giulio Carlo Argan alla Galleria nazionale d'arte moderna
e contemporanea di Roma; il mese successivo, è impegnato nella sua
prima personale alla galleria Chiurazzi di via del Babuino. Nel 1951
ottiene l'assegnazione di una borsa di studio da parte della
Fulbright Foundation, che gli permette di recarsi negli Stati Uniti
in qualità di "Artist in Residence", all'Università di
Kansas City. Nel 1952 realizza la seconda personale alla William
Rockhill Nelson Gallery of Art di Kansas City e porta a compimento un
pannello murale sul tema dell’astronomia presso il dipartimento di
Fisica e Geologia dell’università. Per l'Università di Harvard
compie una performance di poesia epistaltica. In autunno torna a
Roma, dedicandosi alla produzione fonetica. Nel 1953 comprende che il mezzo
pittorico non è più un mezzo adatto per l'espressione della sua
poetica e ha improvvisamente quella che egli definisce "illuminazione
Zen": la scoperta del manifesto pubblicitario come espressione
artistica. Così nasce il décollage: Rotella preleva dai muri di
Roma e incolla sulla tela pezzi di manifesti strappati per strada
rielaborandoli poi in studio, adottando il collage dei cubisti e
contaminandolo con elementi mutuati da una matrice informale vicina
ad Hans Arp e a Jean Fautrier e con il ready-made dadaista. Nel 1955,
a Roma, nella mostra "I Sette pittori sul Tevere a Ponte
Santangelo", invitato da Emilio Villa, espone per la prima volta
il 'manifesto lacerato'. In quegli anni si serve anche dei retro dei
manifesti, ricavandone delle opere astratte denominate retro
d'affiches.
Nick Spatari (Mammola, 1929)
All'età di nove anni vinse il premio
internazionale di pittura dell'Asse Roma-Tokio-Berlino. Per un trauma
subìto nel 1940 perse l'udito e fu costretto a diventare un
autodidatta, sviluppando le proprie capacità anche in campo
scultoreo e architettonico, partendo dal confronto immediato con i
materiali. Durante gli anni cinquanta e sessanta viaggiò in Europa.
Nel 1958 espose alla Biennale di Venezia. Alla fine degli anni
cinquanta, si stabilì a Losanna, dove creò il prismatismo. Incontrò
una giovane collezionista russa che lo invitò a Parigi dove i due si
sposarono, stabilendovisi per qualche tempo. A Parigi entrò in
contatto con il mondo artistico e culturale e frequentò per circa
due anni lo studio di Le Corbusier, congeniale alla sua inclinazione
verso il primitivismo. Conobbe anche Jean Cocteau e incontrò Picasso
e Max Ernst. Aderì al gruppo di artisti gravitanti intorno alla
galleria Cigaps (Centre international de groupement d'artistes
peintres, sculpteurs). Tornato in Italia nel 1966, si stabilì
per un periodo a Milano dove, insieme a Hiske Maas aprì la galleria
d'arte Studio Hiske, a Brera, che rimase attiva fino al 1978. Sul
finire degli anni 70, Spatari decise di tornare in Calabria insieme
ad Hiske Maas, si stabili' per un breve periodo a Chiaravalle
Centrale, in provincia di Catanzaro, dove su commessa dei Frati
Minori Cappuccini e di qualche mecenate del luogo, dipinse l'abside e
alcune cappelle laterali dell'antico Convento, alcune delle opere si
possono ancora ammirare. Poi tornò nel suo paese a Mammola con
l'intento di lavorare ad un suo progetto: la realizzazione di un
museo-laboratorio d'arte contemporanea. A partire dal 1969 fu
realizzato il Parco Museo Santa Barbara a Mammola, sui resti di un
monastero basiliano sul fiume Torbido. All'interno è ospitato il
grande affresco tridimensionale del Sogno di Giacobbe.
Oltre a queste opere Spatari dipinse un
intero santuario dedicato a San Nicodemo nel comune di Mammola, nei
pressi dell'altopiano della Limina.