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domenica 3 settembre 2023

CASE MUSEO E STUDI DI ARTISTI. LE PIU' AFFASCINANTI DA VISITARE IN CALABRIA

Non solo musei, gallerie e fondazioni: la fruizione culturale si arricchisce di una mappatura di luoghi privati, spesso poco conosciuti, che definiscono un tessuto espositivo più intimo che si snoda lungo tutto lo stivale.

Il riferimento è alle case museo, fenomeno nato intorno alla metà del XIX secolo, quando l’alta borghesia subiva il fascino del collezionismo, per poi estendersi alle dimore private di artisti, designer e poeti, oggi visitabili.

Entrare in una casa museo è un’esperienza affascinante: si tratta di scrigni preziosi in cui la dimensione domestica e quotidiana diventa il valore aggiunto che amplifica la scoperta di collezioni un tempo private, permettendo ai visitatori di immergersi nella vita di chi le abitavaSono ambienti che hanno fatto da cornice all’arte di chi vi ha vissuto – tra creazioni, vicende familiari e storiche – diventando così intrisi di quelle esistenze, tanto da tramandare essi stessi un sapere esclusivo.

Qui di seguito alcune delle più affascinanti case museo da visitare in Calabria.



LA DIMORA DEL CONFINO DI CESARE PAVESE


Il 4 agosto del 1935 alla piccola stazione ferroviaria di Brancaleone arriva dalla lontana Torino Cesare Pavese, un uomo occhialuto, piccolo di statura, che ha con sé solo due valigie cariche di libri e sulla testa una condanna a tre anni di confino inflittagli dal regime fascista; la sua unica colpa ricevere lettere indirizzate alla sua fidanzata del tempo, militante del Partito Comunista d’Italia allora clandestino. Pavese collabora con la casa editrice Einaudi, si dedica alla traduzione dei grandi scrittori americani, studia con lo stesso acume degli anni del liceo il greco e scrive poesie che confluiranno poi nella raccolta Lavorare stanca. E’ proprio a Brancaleone che il cantore delle Langhe scopre la sua vena di scrittore di romanzi, dedicando ai giorni del confino il suo romanzo Il Carcere, nel quale il protagonista, Stefano, è l’alter ego dell’autore che si trova a confronto con la realtà di un mondo “altro”, mitico e dimenticato, che diventa per lui metafora concreta del suo disagio esistenziale. Molte sono anche le lettere che Pavese scrive dal confino calabrese, indirizzate alla sorella e agli amici, nelle quali tra l’altro racconta: “La gente di questi paesi è di un tatto e di una cortesia che hanno una sola spiegazione: qui una volta la civiltà era greca. Persino le donne che, a vedermi disteso in un campo come un morto, dicono «Este u’ confinatu», lo fanno con una tale cadenza ellenica che io mi immagino di essere Ibico e sono bell’è contento.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale Pavese non viene arruolato per ragioni di salute e, segnato dal confino, decide di astenersi dall'impegno politico anche dopo l'armistizio del 1943; scelte travagliate che saranno la base autobiografica di molti suoi romanzi. Dopo la guerra torna alla casa editrice Einaudi e gioca un ruolo chiave nella rinascita culturale del paese. La sua attività di scrittore e intellettuale procede con successo. A Viareggio viene premiato nel 1947 Il compagno. Grande successo di pubblico e della critica anche per Prima che il gallo canti, 1949, Il Carcere e La casa in collina. Colpito dalle frustrazioni amorose (l'ultima per l'attrice americana Constance Dowling) e dalla conseguente depressione, si suicida il 27 agosto 1950 nella stanza di un albergo torinese.



Oggi, la casa dove visse al confino Cesare Pavese è stata allestita per la fruizione turistica. L’edificio, acquistato e ristrutturato grazie all’intervento del l’Avv. Tonino Tringali, appassionato della letteratura Pavesiana, è diventato in pochi anni un punto di riferimento per incontri culturali e itinerari turistici. Ubicata lungo il Corso Principale di Brancaleone, la piccola e umile stanzetta museo conserva ancora oggetti di arredo ed effetti personali dello scrittore. Il letto, la scrivania, la lampada da tavolo e altri elementi che ricordano il passato e la dolorosa solitudine vissuta da Pavese in quella esperienza segnante. La Pro Loco di Brancaleone, molto attiva, effettua visite guidate di gruppo su prenotazione, proponendo un percorso storico culturale che comprende anche itinerari dedicati alla vita di Cesare Pavese.

Il percorso Pavesiano” si snoda partendo dal centro della cittadina e arrivando a toccare tutti quei luoghi frequentati dallo scrittore nativo di Santo Stefano Belbo nel corso del confino. A pochi passi dalla casa che lo vide confinato, è possibile ancora oggi prendere un caffè al “Bar Roma” dove Pavese andava a leggere il giornale, sempre guardato a vista dai carabinieri presso i quali al tramonto doveva recarsi per palesare la propria identità e firmare. La finestra, dalla quale ammirava il mare, affascinato e impaurito da quella che riteneva la “quarta parete del carcere” a cielo aperto che viveva. La scatola dei libri che gli venivano inviati dalla sorella e che non smetteva mai di chiedere per dare sfogo attraverso lo studio a nostalgia, dolore e lontananza dagli affetti più cari. Ancora fino a qualche anno fa era possibile ascoltare le testimonianze di chi da ragazzo ricevette ripetizioni di latino dallo scrittore. Tutti erano stupiti dalla sua bontà e di come invece fosse sceso dal treno in manette.


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LA DIMORA DEL CONFINO DI CESARE PAVESE

Corso Umberto I n.119

BANCALEONE MARINA (RC)

tel. +39 347 08 44 564



LA PIETROSA: CASA DI LEONIDA REPACI


Leonida Repaci fu una delle personalità di spicco nella cultura e nella politica del Novecento. Nato proprio a Palmi, nel corso della sua vita si è diviso tra i ruoli di avvocato, scrittore e giornalista ed è diventato un intellettuale dissidente di riferimento durante il fascismo e un’instancabile voce critica nell'Italia del dopoguerra. Ha diretto vari quotidiani e fondato il Premio Letterario Viareggio; non da meno, Federico Fellini lo scelse per una parte nel film La Dolce Vita. Repaci scrisse per il teatro e fu ispirato dall’amata terra di origine in cui tornava spesso per concepire storie intime dal sapore familiare, come il ciclo dei Fratelli Rupe e i Racconti della mia Calabria.

Leonida Repaci quando insieme alla moglie Albertina faceva ritorno a Palmi, sua città natale, si rifugiava alla Pietrosa: l’amata villa dalle cui finestre si possono ammirare le isole Eolie e lo Stromboli. Repaci ha voluto donare questa dimora al Comune di Palmi affinché venisse valorizzata come un vero e proprio tesoro d’arte.



Dopo la morte dell’intellettuale, la dimora Pietrosa per anni è stata abbandonata a sé stessa, fino a quando si è deciso un restauro completo attraverso un finanziamento della Regione Calabria. L’intento era quello di trasformare la casa in un osservatorio regionale del paesaggio, oltre a un luogo per l’organizzazione di eventi culturali. Da circa tre anni l’associazione “Amici Casa della Cultura Repaci” ne è custode e vi organizza letture, mostre di pittura, proiezioni di filmati, incontri con le scuole e concerti all’aperto, il tutto con uno sfondo naturalistico mozzafiato.

La guardiola è un luogo ben chiaro, a strapiombo sulle rocce e sulla piccola spiaggia, che assomiglia alla prua di un’immensa nave da cui poter guardare il mare. Proprio all’interno di questa guardiola Leonida Repaci ha trascorso tanto tempo, spesso in compagnia della moglie Albertina Antonielli, altre volte con gli amici. Quando tornava a casa, Repaci viveva questo punto esatto come ispirazione per i suoi lavori, come affaccio da cui sentire il suono dei flutti: non a caso la Guardiola è stata fondamentale per la sua saga letteraria più famosa, “La Storia dei Rupe”.


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LA PIETROSA - CASA MUSEO LEONIDA REPACI

Via Felice Battaglia

PALMI (RC)



CASA MUSEO ANTONINO GRECO


La casa risale alla seconda metà del Settecento e qui nacque il 16 giugno 1819 Antonino Greco , insigne patriota e giurista calabrese nonché protagonista della storia del Risorgimento della presila catanzarese. Palazzo Greco è la prima Casa-Museo della Calabria per volontà di uno degli ultimi eredi di Antonino cioè Giovanni Greco, che ha riconsegnato alla comunità oggetti significativi di una civiltà rurale oggi scomparsa, antichi mobili, libri rari ed un’infinità di documenti storici della famiglia. Il Palazzo si sviluppa su due piani ed un seminterrato. Il piano terra comprende una sala-ingresso dove una volta il proprietario riceveva in consegna le derrate e la gabella degli affittuari.


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CASA MUSEO ANTONINO GRECO

Corso Antonino Greco

MAGISANO (CZ)

tel. +39 338 37 34 107



CASA DELLA MEMORIA MIMMO ROTELLA


Molto legato alla Calabria e a Catanzaro, sua città d’origine, l’artista Mimmo Rotella inaugura il 18 marzo 2005 la Casa della Memoria. La casa-museo è frutto del progetto curato dall’Architetto Marcello Sestito e volto al recupero ambientale della casa in cui l’artista ha vissuto, situata in Vico dell’Onda 1. In tale luogo Rotella è cresciuto, accudito dalla madre, Teresa Curcio, che qui ha svolto l’attività di modista, creando cappelli per le signore del capoluogo calabrese. Un habitat familiare che ha avuto un ruolo fondamentale nelle scelte dell’artista perché connesso da una parte all’influenza materna sull’uso dei colori e dall’altra all’incoraggiamento a studiare da parte del padre Vincenzo.

Nella Casa della Memoria sono raccolti alcuni ricordi familiari, importanti documenti e seminali opere dell’artista. Nello spazio della casa-museo si trovano infatti décollages e altre opere provenienti dalla Fondazione Mimmo Rotella e realizzate con le diverse tecniche utilizzate dall’artista nel corso della sua lunga carriera, quanto una biblioteca specializzata sulla sua attività e sulla storia delle arti contemporanee.



Lo stesso Rotella ha dichiarato: “Alla Fondazione, e quindi a tutti i Calabresi, offrirò alcune delle mie opere più significative, che dovranno essere esposte in uno spazio dignitoso e la cui vista dovrà essere possibile a chiunque le voglia vedere. La mia idea, per il futuro della Fondazione, è legata ad una visione culturale ampia di confronto e di dibattito e non alla costituzione di una scatola chiusa, riservata a pochi, che non avrebbe senso e finirebbe con lo svuotare di significato la mia stessa concezione dell’arte e della vita.
Da Roma in giù non esistono Fondazioni che si occupino di arte contemporanea, la nostra potrebbe essere la prima, potrebbe diventare, automaticamente, punto di riferimento centrale di una rete, che in Calabria esiste, ma che non ha coordinamento
”.

Nel 2018, in occasione del centenario della nascita del maestro, la Casa della Memoria ha rinnovato il proprio allestimento permanente, inserendo una serie di elementi espositivi studiati appositamente per adattarsi agli spazi intimi e luminosi dell’ambiente. La nuova sistemazione mostra in modo chiaro il rapporto tra Rotella e le città nelle quali ha vissuto e che ha attraversato nei numerosi viaggi che hanno contribuito ad arricchire la sua esperienza umana e artistica con una particolare attenzione al legame tra il maestro e la sua terra d’origine. Gli spazi urbani sono stati, infatti, il teatro privilegiato della sua carriera, iniziata a Catanzaro proprio tra le pareti della Casa della Memoria.


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CASA DELLA MEMORIA

Vico delle Onde n.1

CATANZARO

tel. +39 0961 74 58 68

e-mail casadellamemoria@fondazionemimmorotella.net

giorni e orari di apertura: dal lunedì al venerdì, 9:00-13:00



CASA MUSEO NICOLA STILLITANO


Nel centro storico di Filadelfia, in provincia di Vibo Valentia, l’artista Nicola Stillitano apre le porte della sua dimora per accompagnarvi in un salto nel tempo, in un percorso sensoriale che genera stupore, curiosità, suscita bellezza, invita alla riflessione.

La formazione artistica di Nicola Stillitano si sviluppa tra Filadelfia - luogo di origine – Roma e la Pinacoteca di Brera, dove ha lavorato per oltre 30 anni, uno dei musei più importanti a livello nazionale e internazionale. La Pinacoteca di Brera è infatti il primo museo di Milano e una delle gallerie più importanti del mondo: ospita alcuni dei più prestigiosi dipinti antichi e moderni, importanti sculture di artisti italiani del ventesimo secolo. È a Milano, in questo luogo sacro dell’arte che Stillitano entra quotidianamente in contatto con i grandi capolavori artistici. Li studia, li scruta e, col tempo, trova la sua dimensione, il suo modo di dipingere. Casa Museo di Stillitano è un luogo di dialogo profondo tra gli arredi, gli oggetti e le opere d’arte. Dipinti, sculture, disegni, mobili e oggetti di pregio (risalenti alla fine dell’800 e agli inizi del secolo scorso) convivono per valorizzarsi reciprocamente.



Esperienze di fede, sacralità della vita, rapporto dell’uomo col mistero, con Dio sono i temi che fanno da fil rouge alla maggior parte della produzione artistica di Stillitano.

Tra le sale concepite per raccontare gli elementi che caratterizzano la vita e la produzione artistica di Stillitano nella Casa museo che si sviluppa su tre piani si succedono, in ordine: la “Sala del Confronto” che espone le opere d’arte che mettono in risalto l’evoluzione stilistica che ha caratterizzato l’artista durante la sua esperienza di vita tra Roma, Milano e Filadelfia; la “Sala della Ricerca” dove trovano spazio i lavori artistici che esaltano la complessa attività di indagine grazie a cui l’artista incontra il proprio stile espressivo, nonché la ricerca dei materiali di cui si compongono le opere. Vi è poi la “Sala delle Sezioni”: uno scrigno che custodisce libri antichissimi, mobili e oggetti d’epoca, insieme ad una serie di opere pittoriche, sculture, opere d’arte presepistica.


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CASA MUSEO NICOLA STILLITANO

FILADELFIA (VV)



MUSEO CORRADO ALVARO


Corrado Alvaro, nato a San Luca (RC) il 15 Aprile 1895, è considerato uno dei più importanti scrittori italiani. La biblioteca comunale di Reggio gli dedica un’intera sala dove sono conservati gli arredi, i tappeti, i libri, i quadri e la scrivania dello scrittore, donati dalla moglie Laura e dal figlio Massimo. La sua opera “Gente in Aspromonte” che racconta il popolo reggino come nessuno ha saputo mai farlo viene studiata nelle scuole di Reggio e per questo tutti i reggini considerano Alvaro lo scrittore dell’adolescenza e delle tradizioni popolari. Dopo un breve soggiorno in Germania, Alvaro si trasferisce a Roma dove diviene critico poetico del Risorgimento. Nel 1930 vede la luce il romanzo Gente in Aspromonte che lo rese celebre. Con il romanzo Vent’anni, pubblicato nel 1931 vinse il premio letterario “La Stampa”. Nel 1935 dopo un viaggio in Russia pubblica I maestri del diluvio. Viaggio nella Russia sovietica. Nel 1940 arriva un nuovo premio con il romanzo L’uomo è forte vince il “Premio dell’Accademia d’Italia”. Per il teatro romano scrisse la commedia Il caffè dei naviganti. Dal 1945 Alvaro lasciò raramente Roma. Nella sua casa in Piazza di Spagna trovò la sua giusta dimensione di scrittore.



Fece ristampare Gente in Aspromonte, per il teatro scrisse La lunga notte di Medea poi rappresentata a Milano. Collaborò in modo proficuo con registi romani per la sceneggiatura di diversi film. Nel 1950 pubblica per Bompiani Quasi una vita. Una raccolta di scritti dal suo diario dal ‘27 al ‘47 che gli valse il “Premio Strega” 1951. Continuò a scrivere fino alla morte, avvenuta per la malattia nel 1956 a Roma. La collezione di libri e di arredi ospitata presso la biblioteca comunale costituisce solo una parte dello studio dello scrittore. Una parte andò all’editore Bompiani e un’altra fu donata dal fratello Massimo al centro studi “Corrado Alvaro” di Roma. Recentemente i manoscritti dell’autore sono stati acquistati dalla Provincia di Reggio Calabria e donati al centro studi “Corrado Alvaro” di San Luca, suo luogo natale.


+info

MUSEO CORRADO ALVARO

c/o Biblioteca Comunale “De Nava”

Via Demetrio Tripepi n.9

REGGIO CALABRIA (RC)

tel. +39 0965 23 005

giorni e orari di apertura: dal lunedì al venerdì; 8:30-13:30


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