Come si evolve la tua esperienza
professionale in Liguria ?
Arenzano è la mia seconda casa, mi ha
"adottato" per 25 anni e mi ha dato la possibilità di
crescere professionalmente, lavorando in strutture ancor oggi
conosciutissime. Iniziavo ad avere la voglia di imparare questo
mestiere, sentivo l'amore per esso che scorreva nelle vene, tant'è
che a soli 18 anni partecipai ad una rassegna nazionale di cucina
dove, su 180 chef italiani partecipanti, arrivai terzo con il mio
piatto "Tagliatelle al Piccantino".
Sei cresciuto in Liguria. Quali
tradizioni delle cucina regionale ti porti dentro ?
Sono cresciuto in Liguria imparando sin
da subito i piatti della tradizione regionale: la farinata, la cima
alla genovese, le trenette con il pesto, il pan dolce e tanto altro.
Ricette e piatti che porto nel cuore e che ancora oggi propongo. Ciò
che amo di più sono la Trenette con il pesto (pasta lunga trafilata
di origine antica condite con pesto di basilico di Prà fatto al
mortaio, patate e fagiolini fini).
Qual è il tuo miglior piatto ?
Ne ho tanti, ma il migliore è il
risotto.
Quali sono i piatti tradizionali che,
secondo te, meglio rappresentano la Calabria ?
I fileja al ragù di suino, il morzello
catanzarese, la sardella, le frittole, la pasta ca' muddica.
Lo chef che ti ha insegnato di più ?
Sicuramente il mio primo maestro è
stato Gualtiero Marchesi, mi ha trasmesso molto nei corsi ed alla
scuola Etoile che ho frequentato.
Hai da poco festeggiato i 35 anni di
carriera. In quanti ristoranti hai lavorato e quale esperienza ti ha
maggiormente fatto maturare ?
Nei miei 35 anni di carriera, seppur
ancora pochi, ho lavorato in mense, trattorie, ristoranti, bistro',
hotel, senza contare il lavoro stagionale nelle strutture ricettive...in totale circa 30
location in tutto il territorio italiano ed estero. La struttura che
credo mi abbia fatto maturare maggiormente è l'attuale Ristorante
Manfredi, dove oltre ad essere lo chef sono anche direttore. Qui ho
ancor più fame e voglia di crescere, come dire....voglio ancora
diventare chef.
Tradizione e innovazione in cucina:
come poter conciliare questi due aspetti apparentemente contrastanti
?
La mia cucina la definisco innovativa,
artistica e tradizionale; poter conciliare tradizione e innovazione è
un compito abbastanza arduo, ma l'amore per i fornelli ed il fuoco
nelle vene fa superare ogni ostacolo. La cucina tradizionale
rivisitata in un piatto decorato a quadro, come faccio io, ti dà la
risposta.
Presente e futuro di Luigi Mazzei ?
Il mio presente è vivere di cucina, di
sudore, di mal di mani, di contatto con il cliente e di saper
raccontare ciò che in cucina faccio, il mio futuro vorrei fosse
sempre così, magari con qualche soldino in più e riuscir a portare
la mia arte in giro per il mondo, con serate dedicate e show cooking.
Regali ai nostri lettori una tua
ricetta ?
Volentieri. "Bufalotto Manfredi"
Ingredienti
Una bufala fresca da 250gr
20 gr circa di nduja di spilinga
1 cipolla rossa di tropea
1 arancio
80gr di pasta per pizza lievitato 72 ore
Preparazione
Incidere la bufala al cuore, inserire all'interno la 'nduja e avvolgerla nella pasta pizza, chiuderla a caramella e metterla a friggere in abbondante olio, possibilmente un buon olio di semi, con punto fumo pari a zero.
Dadolare l'arancio, affettare e cuocere in agrodolce la cipolla di Tropea. Questi due ingredienti faranno da cornice al nostro bufalotto cotto croccante. Provare per credere.
Incidere la bufala al cuore, inserire all'interno la 'nduja e avvolgerla nella pasta pizza, chiuderla a caramella e metterla a friggere in abbondante olio, possibilmente un buon olio di semi, con punto fumo pari a zero.
Dadolare l'arancio, affettare e cuocere in agrodolce la cipolla di Tropea. Questi due ingredienti faranno da cornice al nostro bufalotto cotto croccante. Provare per credere.