Si è tutti concordi nell'affermare che
non può esistere un grande vino senza un grande territorio; clima,
sole e geomorfologia sono infatti componenti indispensabili per un
ottimo risultato, ma perché questo possa aspirare all’eccellenza
c’è bisogno anche del capitale umano e della componente culturale
che questo comporta. Lo Zibibbo è sia il nome di un vitigno a bacca
bianca (chiamato anche Moscato d'Alessandria) che del vino che se ne
ottiene. L'etimologia della parola deriva dal
termine arabo zabīb (زبيب)
che vuol dire "uvetta" o "uva passita". La storia aziendale che stiamo per
raccontarvi ha inizio in Abruzzo, regione nella quale nasce Giovanni
Celeste Benvenuto, titolare delle Cantine omonime. Giovanni Celeste,
nato da padre calabrese coraggiosamente emigrato nel centro Italia e
da madre abruzzese, fin da piccolo respira l'aria di Calabria, cresce
con i racconti del padre sulle vigne del nonno e sulla vita contadina
calabrese. A soli 18 anni, con il solo intento di recuperare le vigne
del nonno paterno, che appartenevano alla famiglia Benvenuto dagli
anni '20 e che da sempre davano un'uva tipica del Sud Italia, lo
Zibibbo, decide di trasferirsi a Francavilla Angitola, nel centro
della Calabria ed a soli pochi chilometri dalla costa tirrenica e da
Pizzo Calabro. Giovanni Celeste riesce a salvare solo alcune piante
della storica vigna di Zibibbo (molte altre erano già compromesse) e
ne reimpianta altre. E' caparbio, compie studi e ricerche sulla
cultivar al fine di fornirle dignità storica ed identitaria. Dopo
vari anni di studi e dopo vani tentativi Giovanni riesce ad ottenere
l'autorizzazione alla vinificazione delle uve di Zibibbo ed il
riconoscimento di Presidio Slow Food dello “Zibibbo di Pizzo”. E'
lui stesso a rispolverare vecchi libri di biblioteche ed a scoprire
che furono i Fenici a portare in Calabria le uve di Zibibbo e che le
impiantarono sul promontorio di Pizzo dove erano presenti perfette
condizioni pedoclimatiche per prosperare e per essere utilizzate
nella produzione di un vino eccellente ed “unico” che,
diversamente da quello “dolce” siciliano, risulta un vino “bianco
secco da bersi a tutto pasto”. E' storicamente interessante citare,
inoltre, una variante della classica tecnica di vinificazione dello
Zibibbo di Pizzo, introdotta nel 1200 dai monaci Basiliani, i quali,
per rendere il vino più longevo, aggiungevano alle uve di Zibibbo
(particolarmente proteiche e quindi facilmente deperibili) quelle di
Malvasia. Con lo Zibibbo Giovanni Celeste produce anche una
buonissima birra, la Iga (Italian Grapes Ale), aromatizzata al mosto
d'uva. Altra tradizione che Giovanni Celeste cercherà presto di far
rinascere è quella della macerazione del vino nelle anfore, tipica
del periodo magnogreco in Calabria. Tale tecnica prevede che il mosto
rimanga a contatto con le bucce dell'uva all'interno di anfore di
argilla.
Lo Zibibbo delle Cantine Benvenuto è
un vino che esalta e valorizza questa terra. Dal colore giallo
paglierino tenue con riflessi verdolini, dai profumi freschi e
delicati, di fiori d’arancio, di agrumi, di pesca e melone, con una
spiccata aromaticità e mineralità; il gusto, leggermente
ammandorlato. Si accompagna perfettamente a ostriche e pesci a carne
bianca (orate, saraghi), formaggi e pasticceria secca. Da poco
Giovanni Celeste è entrato a far parte anche della FIVI, la Federazione
Italiana Vignaioli Indipendenti che raggruppa viticoltori che
soddisfano degli specifici criteri: coltivare le proprie vigne,
imbottigliare il proprio vino curandolo personalmente, rispettando le
norme enologiche della
professione, limitando l’uso di
additivi inutili e costosi e concentrando la propria attenzione sulla
produzione di uve sane che non hanno
bisogno del “maquillage” di cantina.
+info
Cantine Benvenuto
C.da Ziopà – Francavilla Angitola
(VV)
Tel: +39 331 72 92 517
Sito web: www.zibibbodipizzo.it
E-mail: info@cantinebenvenuto.it