Ascoltare dal balcone giorno e notte lo
sciabordio delle onde del mare, sentire il profumo di iodio dalla
cucina di casa, fare colazione al mattino tra remi scorticati e
granchi curiosi, avere la barca sotto casa e fare un giro quando ne
hai voglia ... non ha prezzo. Questo è possibile solo in pochi
luoghi al mondo ... uno di questi è Chianalea, la frazione dei
pescatori di Scilla, tra i borghi più Belli d'Italia.
Il suo nome deriva da “piano della galea”,
ma è chiamato anche Acquagrande o Canalea, perché le piccole case
che sorgono direttamente sugli scogli sono separate le une dalle
altre da piccole viuzze, simili a canali, che scendono direttamente
nel mare Tirreno.
La leggenda vuole che siano stati gli
esuli troiani a costituire il primo nucleo abitato sotto la rupe,
dove grazie ai numerosi scogli era più facile la pratica della
pesca. Questi i principali fatti storici: nel 456 d.C., il villaggio
è distrutto dai Vandali. Nel VIII°-IX° sec., il dominio bizantino
garantisce alla terra di Scilla una certa prosperità; la rocca è
abitata da monaci italo-greci, chiamati Padri Basiliani. Tra il IX°
e l'XI° secolo, le coste calabre sono sconvolte dalle feroci
scorrerie saracene. Nel 1060, i Normanni, dopo un lungo assedio al
castello, occupano il borgo e scacciano per sempre i Bizantini.
Durante il XI°-XIV° secolo, Scilla conosce sotto gli Svevi un
periodo di prosperità grazie ai commerci con l’Oriente e con i
principali porti dell’Adriatico. Poi passa sotto il dominio degli
Aragonesi e quindi degli Angioini. Nel 1523, Paolo Ruffo, conte di
Sinopoli e capitano d’armi in Reggio Calabria, acquista il feudo di
Scilla e impedisce al feroce pirata Barbarossa di sbarcare su questi
lidi. La famiglia Ruffo, di origini antichissime, ha segnato la
storia di Scilla, come quella dell’intera Calabria, portando i suoi
membri a ricoprire cariche di vicari, viceré, marescialli, prelati,
cardinali. Nel 1720, il castello di Scilla viene fortificato dagli
Austriaci per difenderlo dagli Spagnoli, che però nel 1734 ritornano
in possesso delle Due Sicilie. Nel 1783 un terribile
terremoto-maremoto devasta il borgo. Nel 1827, tramontato l’astro
napoleonico, i Borbone, tornati padroni del Regno, istituiscono anche
a Scilla una guardia urbana.
Il quartiere più antico di Scilla non
è raggiungibile con le auto e tra i suoi vicoli si respira l'atmosfera dei tempi degli antichi greci, con le loro leggende sulle
sirene e sui mostri che popolavano lo Stretto di Messina.