Sicuramente tra le più belle
escursioni in Aspromonte orientale è quella che attraversa la
vallata delle grandi Pietre. Questo
itinerario viene descritto come l’anello di Pietra Cappa, un
monolite ritenuto tra i più grandi d’Europa, che occupa ben 4
ettari e si erge per oltre 130m. Studiosi e geologi ne stabiliscono
l’appartenenza al sistema roccioso Sardo-Corso, a cui la Calabria
sembra fosse unita nell’era primordiale. Sconsigliato arrampicare
per via della friabilità della stessa ma con un pizzico di fortuna
si avrà la possibilità di vedere in azione le capre, gli unici
esseri che sfruttando ogni piccola asperità di questa roccia
riescono a risalirne la cima attraverso passaggi inaspettati. La vegetazione è
davvero fitta e molto molto varia. Erica, corbezzoli, lecci, castagni
millenari; qualunque visuale, sembra sposarsi perfettamente con
l’aria che si respira e con l’ambiente circostante, classico
degli itinerari che riescono a prendere tutti i sensi. Il giro
prevede la discesa fino al torrente Ferolla, o Ferullà, seguendo il
segnavia bianco-rosso ben visibile per poi immettersi in una sterrata
accompagnati da molteplici gruppi di animali liberi, buoi, maiali,
cinghiali, pecore e capre. A questo punto è possibile continuare
dalla sterrata oppure, prendere il tratto un po’ più difficile, in
quanto rovinato dalla furia dell’acqua del torrente e cominciare un
sentiero in salita che ci porterà al casello forestale San Giorgio,
la prima cosa da ammirare è un secolare enorme castagno, proprio
all’interno della recinzione. Da lì si partirà per il giro vero e
proprio della Pietra che dura circa un’ora e mezza compresa la
sosta per ammirare il panorama sui paesi vicini alla Locride e per
raccontare delle gesta di Gesù, che nel suo peregrinare raggiunse
quelle alture. Sul sentiero di
ritorno, meritano una sosta i ruderi della chiesetta di San Giorgio,
edificio di carattere Bizantino con pianta centrale e absidi
semicircolari, che nella ricostruzione ricorda molto la Cattolica di
Stilo, dunque con quattro cupole laterali ed una centrale. Un tempo
aveva il pavimento di marmo poi devastato alla ricerca di preziosi e
poi rimosso totalmente. Leggermente invasa dai rovi, ancora oggi è
possibile notare frammenti dei muri e qualche metro di colonna
distrutti probabilmente dal terremoto del 1783. Probabile opera dei
Monaci eremiti fu abbandonato in seguito alla distruzione.
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