Pasta fresca lavorata con il ferretto, tipica dei comuni calabresi di origine albanese, la cui base di preparazione è composta da farina ed acqua. Attorno al ferretto viene avvolto l'impasto che assume, man mano, la caratteristica forma del fusillo, con il buco al centro, dove si andrà a raccogliere il condimento. E' usanza tipica quella di condire tale pasta con ragù di carne di agnello o capretto oppure con semplice salsa di pomodoro fresco (anch'essa rigorosamente fatta in casa). Di questa pasta esiste anche una versione più sottile, diffusa soprattutto nella bassa valle del Crati, per la cui preparazione viene adoperato uno stelo essiccato di una particolare pianta erbacea al posto del classico ferretto.
SHTRIDHËLAT
Tra le principali ghiottonerie arbrëshe
di Calabria, merita di essere citata la pasta fatta in casa “bruma”;
il piatto più caratteristico e prelibato del paese. Non esiste il nome corrispondente in
italiano perché si tratta di una pasta tipicamente albanese, una
specie di tagliatelle. In passato questo primo piatto si usava
prepararlo durante le domeniche e nelle altre feste. Per preparare la pasta fresca sono
necessari farina di frumento tipo 00, acqua, olio. Il sugo per condire è preparato con
olio d’oliva, peperoncino tritato, fagioli bianchi tipo cannellini
e sale quanto basta.
Il piatto tipico dromsat |
DROMSAT
Un piatto povero ma molto ricercato della cultura gastronomica arbereshe è l'antica dromsat, una polenta arricchita da una leggera salsa profumata di origano. La sua preparazione somiglia ad un
rito religioso. La farina viene disposta sul piano di lavoro e battezzata da un rametto di origano gocciolante d’acqua. Si formano
così dei grumi di pasta (dromsat, in lingua albanese), simili al semolino, che poi si cucinano con i legumi o
con la salsa di pomodoro fresco carica di peperoncino e rigorosamente preparata in casa.
COLLIVI o PANAGHIE
Preparazione tipica del periodo della commemorazione dei defunti. E' una pietanza a base di grano cotto, simbolo della vita che continua. Si fa bollire il grano dopo averlo tenuto a bagno, si fa raffreddare e si condisce con cacao, caffè, cannella, chiodi di garofano, anche se ognuno ha declinazioni differenti.
TAGLIONI AL LATTE
Durante il giorno dell’Ascensione, i pastori sono in festa e dedicano tutta la giornata al Signore: così, il latte non viene lavorato, ma regalato ai compaesani, che di tutta risposta, hanno ideato una ricetta “rituale” per utilizzare il latte senza buttarlo via, ovvero dei semplici tagliolini di acqua e farina cotti e conditi nel latte. E al massimo con una spolverata di pecorino di montagna sopra.
CAPRETTO ALL’HARROJE
COLLIVI o PANAGHIE
Preparazione tipica del periodo della commemorazione dei defunti. E' una pietanza a base di grano cotto, simbolo della vita che continua. Si fa bollire il grano dopo averlo tenuto a bagno, si fa raffreddare e si condisce con cacao, caffè, cannella, chiodi di garofano, anche se ognuno ha declinazioni differenti.
TAGLIONI AL LATTE
Durante il giorno dell’Ascensione, i pastori sono in festa e dedicano tutta la giornata al Signore: così, il latte non viene lavorato, ma regalato ai compaesani, che di tutta risposta, hanno ideato una ricetta “rituale” per utilizzare il latte senza buttarlo via, ovvero dei semplici tagliolini di acqua e farina cotti e conditi nel latte. E al massimo con una spolverata di pecorino di montagna sopra.
CAPRETTO ALL’HARROJE
Una ricetta semplice e leggera, che si
può “dimenticare” sui fornelli mentre si è altrove, spesso in
campagna. Questo piatto, infatti, nasce per essere “avviato” per
poi fare altro: si mette sul fuoco una pentola con acqua (il segreto
sta tutto nella giusta quantità di acqua in relazione al tempo in
cui si prevede di star fuori), olio, aglio, prezzemolo e sale (c’è
un variante con il peperone crusco per dargli colore); una volta che
bolle, si butta il capretto.
SALAME CRUDO DI ALBIDONA o SAZIZZ
È un prodotto tipico che si prepara
con carne fresca di maiale locale, tagliata a pezzettini a mano con
coltello, impastata con l’aggiunta di peperoni dolci e piccanti
essiccati al sole e macinati in polvere, sale e semi di finocchio
selvatico. L’impasto viene insaccato nell’intestino tenue del
maiale e appeso in luoghi freschi e asciutti per l’essiccazione. Il
salame si presenta di colore rosso, di forma allungata con peso e
grandezza variabili. Nasce come “bene di lusso” dei ceti
meno abbienti degli albidonesi e diventa oggi un gustoso e apprezzato
prodotto tipico, ottenendo il prestigioso riconoscimento di prodotto
agroalimentare tradizionale con iscrizione nell’elenco nazionale
del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali datato 14 giugno
2002.
MATE
L'emigrazione portò il mate anche in alcuni paesi di origine albanese della Calabria e, in particolare, a Lungro dove ancora ai nostri giorni è abitualmente consumato dalla popolazione seguendo le tradizioni importate dall'Argentina. I negozi di generi alimentari e le botteghe storiche del borgo montano vendono normalmente sia la “yerba mate” che tutti gli accessori per gustare questo infuso.
KRUSTULIT
Dolci tipici del periodo natalizio composti da farina, uova, vino e miele e la forma di cannolo.
:::LA CUCINA GRECANICA:::
LESTOPITTA
Prodotto tipico del comune di Bova (RC), capitale della Bovesia, la lestopitta ossia "pitta veloce", simile alla piadina ma molto più saporita (in quanto fritta !!), ha una forma circolare ed un diametro medio di 15 centimetri. Il suo peso medio è di 30 grammi ed il suo sapore è farinaceo. Si prepara all'istante ed è obbligatorio consumarla caldissima, appena fritta, semplicemente vuota oppure condita con salumi calabresi (soppressata, 'nduja, capicollo, salsiccia, pancetta, prosciutto nostrano).
CAPICOLLO AZZE ANCA
Questo salume è un prodotto tipico dell'area grecanica, ottenuto dalla lavorazione del muscolo della coscia (detta azze anca) del suino (invece che dalla parte superiore del lombo), massaggiata con un miscuglio di semi di finocchietto selvatico, peperoncino rosso e scaglie di pepe nero. Molto importante è la stagionatura che deve essere minimo di 6 mesi e che deve avvenire nei catoi, locali seminterrati con finestre che permettono all'aria di circolare. Il suo peso va da 1 a 3 chili, la sua forma allungata e cilindrica. La fetta del capicollo si presenta morbida, elastica e dal colore rosato. Da alcuni anni tale prodotto è divenuto un Presidio Slow Food.
CORDELLE
Conosciute in tutta l'area, le cordelle
sono un tipo di pasta più rara dei Maccheroni. Una certa difficoltà
realizzativa e la sempre maggior rarità della farina di segale
(jermanu) suo elemento base le rende un incontro gastronomico non
facile. La scura farina di segale si impasta
con uovo e latte e si ricava un unico maccherone sfilato a mano senza
buco centrale. La lunga cordicella di pasta si arrotola nella
caratteristica forma elicoidale e si lascia asciugare. A cottura
ultimata in abbondante acqua le cordelle si condiscono spesso in modo
molto semplice: olio, formaggio e pepe nero e/o rosso.
STRONCATURA
La stroncatura è un tipo particolare
di pasta, di fattura antica tipica dell’alimentazione dei ceti più
poveri di questo territorio, essa infatti veniva prodotta in casa
utilizzando le “scopature” di magazzino, cioè raccogliendo i
residui misti di farina e crusca durante le operazioni di molitura
del grano. Il colore era ovviamente scuro e veniva messa in vendita a
prezzi molto bassi. Oggi l’uso della stroncatura è diffuso, anche
se naturalmente la produzione è stata migliorata utilizzando farine
integrali e grano duro.
GNOCCHI D'ORZO
Tipici di Roghudi, ma conosciuti anche nel resto dell'area, sono gli gnocchi di farina d'orzo e patate. Una volta impastato e sfilato, ogni gnocco viene "rigato" all'esterno utilizzando una tavoletta con intagliate alcune apposite scanalature.
GNOCCHI D'ORZO
Tipici di Roghudi, ma conosciuti anche nel resto dell'area, sono gli gnocchi di farina d'orzo e patate. Una volta impastato e sfilato, ogni gnocco viene "rigato" all'esterno utilizzando una tavoletta con intagliate alcune apposite scanalature.
MUSULUPU DELL'ASPROMONTE
Il musulupu è un tradizionale
formaggio da tavola, di origine greco-albanese. Chiamato anche
musulucu, si può produrre tutto l’anno ma si tende a farlo nel
periodo pasquale in quanto è utilizzato come ingrediente principe
nella frittata pasquale. Il particolare nome è di origine
grecanica e significa “boccone del lupo”. La caratteristica di
questo formaggio è la sua forma: sulla faccia infatti sono evidenti
i simboli tipici dell’iconografia ortodossa che vengono impressi
dagli stampi finemente intagliati, detti musulupare, dalle forme che
richiamano alla Madre Terra e alla fertilità. Il vero musulupo è
fatto dai carici (i resti della lavorazione del formaggio presenti
ancora nel siero) pressati prima che si formi la ricotta e quindi
lavorati ad una temperatura di circa 60°C, in modo che quando si
frigge nella frittata pasquale non diventi pasta filante, ma rimane
integro. Questo formaggio davvero unico viene prodotto esclusivamente
con metodi e strumenti artigianali ed è disponibile solo senza
stagionatura, fresco; la sua durata è di pochi giorni e quindi va
consumato velocemente.
NGUTE
Fra i dolci tradizionali dell'area grecanica segnaliamo le ngute legate alla ritualità pasquale. Particolari anche nella forma le ngute costituiscono la variante locale del morbido biscotto rituale all'uovo diffuso in Calabria in occasione della Pasqua. Nell'impasto che viene lavorato modellandolo secondo alcune forme tradizionali (fra i temi più ricorrenti compare la croce bizantina) vengono disposte da una a più uova in genere, per motivi magico-rituali, sempre in numero dispari.
NGUTE
Fra i dolci tradizionali dell'area grecanica segnaliamo le ngute legate alla ritualità pasquale. Particolari anche nella forma le ngute costituiscono la variante locale del morbido biscotto rituale all'uovo diffuso in Calabria in occasione della Pasqua. Nell'impasto che viene lavorato modellandolo secondo alcune forme tradizionali (fra i temi più ricorrenti compare la croce bizantina) vengono disposte da una a più uova in genere, per motivi magico-rituali, sempre in numero dispari.
Si tratta di dolci di antica origine i
cui ingredienti venivano conservati durante l’anno proprio per
essere utilizzati nelle festività natalizie. La pasta con cui
vengono realizzati è a base di farina, lievito, uova, olio di oliva,
zucchero e vino bianco liquoroso. Sono piccoli dischi di pasta che
contengono un ripieno di fichi secchi, noci, mandorle, buccia di
mandarino grattuggiata, il tutto amalgamato con vino cotto e miele e
aromatizzato con cannella e chiodi di garofano ed infine spennellato
con glassa di albume d’uovo e zucchero montati a neve. Si
presentano chiusi o aperti, questi ultimi decorati con cordoncini di
pasta e impreziositi con confettini colorati, mentre quelli chiusi
ricoperti di glassa bianca o cioccolato e sempre impreziositi da
confettini colorati.
ANEVAMENA
Ciambelle di cumino bollite e poi infornate.
ASCADIA
Fichi d'India infornati.
I buffeddi |
Per quanto attiene alla sezione dolci, assolutamente da non perdere sono i buffeddi, dolce tipico dell’area grecanica
legato alla festività natalizia, dal sapore dolce e gustoso, composti da una pasta sfoglia ripiena di ceci o di ricotta e patate dolci. Secondo la tradizione grecanica, durante il natale, in tutte le case lo
spazio della "maidda" veniva diviso in tre settori: uno per le zeppole,
uno per le nacatole ed uno per i buffeddi. Questi ultimi, in
particolare, proprio per il loro sostanzioso ripieno rappresentavano, soprattutto per le famiglie meno abbienti, un atteso
avvenimento culinario.
:::LA CUCINA OCCITANA:::
PROUPETT DE MALANGIANE E DE RECOTT
Una ricetta antica della tradizione culinaria occitana è rappresentata dalle polpette fritte di melanzane o di ricotta.
'NDORATILL
Ricotta fritta ricoperta di zucchero.