La storia vitivinicola della Calabria
affonda le sue radici nella civiltà della Magna Grecia. Da tale
coltivazione, infatti, derivò il nome di Enotria (“palo di vite”)
attribuito a tutta la regione dagli antichi greci. Si narra, inoltre,
che il vino prodotto nell'area cirotana venisse offerto in premio ai
vincitori dei giochi olimpici ateniesi. In epoca più recente, però,
la Calabria non ha ricoperto un ruolo significativo nel settore, come
questa antichissima tradizione lasciava sperare, anche se,
recentemente, la situazione sembra essere notevolmente cambiata e la
tenacia dei viticoltori locali ha fatto sì che, oggi, siano presenti realtà produttive e vini di ottima qualità. Premettendo di sposare pienamente la
concezione enologica di Mario Soldati secondo la quale il vino è,
per sua essenza, singolare e il cui «gusto significa qualcosa solo
in rapporto alla persona che lo beve», cerchiamo in questa pagina di
fornire al potenziale visitatore della nostra regione descrizioni e
opinioni quanto più oggettive e condivise possibili sulle
tradizionali ed autoctone produzioni enologiche.
BIVONGI DOC
I vini prodotti sotto la denominazione
Bivongi DOC sono disponibili nelle tipologie rosso, bianco e rosato.
I rossi e i rosati rappresentano la maggior parte della produzione e
provengono da uve Gaglioppo, Greco Nero, Nocera e Calabrese (Nero
d’Avola). I bianchi sono basati invece su uve Greco Bianco,
Malvasia Bianca e Ansonica. Le tipologie rosse comprendono anche un
Novello, ottenuto medinate parziale macerazione carbonica delle uve.
Per guadagnare la menzione riserva, un Bivongi Rosso DOC deve avere
passato almeno due anni di affinamento dei quali almeno sei mesi di
maturazione in botte, prima di essere immesso in commercio. I vini
provengono dai vigneti dei comuni di Bivongi, Caulonia, Monasterace,
Riace e Stilo, tutti in provincia di Reggio di Calabria. La zona
interessata dalla DOC copre anche il comune di Guardavalle poco più
a nord, nella provincia di Catanzaro. Geograficamente, questa zona si
trova sotto il “piede” dello stivale dell’Italia. Si tratta di
una zona delineata da colline costiere, dalla catena montuosa Catena
delle Serre e dai diversi fiumi che serpeggiano tra le creste verso
il Mar Ionio. I vigneti dove si coltivano le uve dei vini Bivongi DOC
si trovano sul lato orientale di queste colline, per lo più tra le
pendici più basse e nel raggio di pochi chilometri dal mare. La
vicinanza del Mediterraneo è importante, in quanto aiuta a moderare
il caldo intenso dell’estate dell’estremo sud d’Italia.
BRITTO SAVUTO
Il Britto, che in dialetto locale vuol
dire "bruciato", è la varietà di Savuto più fine, dal
colore rosso rame e dal gusto concreto; è prodotto nella valle più
alta del fiume Savuto, tra le colline dei comuni di Marzi e Rogliano
ed è ottenuto da una mescolanza misteriosa e ben calibrata di ben
sette-otto vitigni autoctoni di antichissima origine (arvino, greco nero, magliocco canino, nerello cappuccio, ecc.).
GRECO DI BIANCO
Il Greco di Bianco è un vino passito di color giallo con riflessi dorati, ottenuto dal vitigno autoctono Greco Bianco in purezza. Il vitigno ha origine da un tralcio importato dai coloni greci sbarcati nell'VIII° secolo a.C. presso Capo Zefirio, odierno Capo Bruzzano, proprio nel territorio di Bianco. La leggenda vuole che 10.000 locresi riuscirono a sconfiggere 130.000 crotonesi nella battaglia di Sagra (560 a. C.) solo grazie alla forza fisica ed al coraggio derivanti dalle bevute di Greco. Il vitigno viene coltivato nel comune di Bianco e, in parte, nel comune di Casignana, nella provincia reggina. Il suo profumo è delicato con note di fiori d'arancio perfetto per bersi da solo o con dolci tipici.
JACHELLO ROSSO
Ottenuto da uve Gaglioppo, Greco Nero e Sangiovese, coltivate nei vigneti di Strongoli con esposizione a sud-est, in terreni con matrice argillosa. Una bassa produzione per ceppo ed una maturazione avanzata determinano le caratteristiche di questo singolare vino; con macerazione a temperatura controllata ed affinamento in piccole botti di rovere si ottiene un vino di grande equilibrio. Un gusto piacevole e morbido che non abbandona il palato, imponente ma delicato, emozionale quando si abbina a piatti importanti della cucina mediterranea.
MOSCATO AL GOVERNO DI SARACENA
Il Moscato di Saracena è un vino che
si ottiene dal Moscatello di Saracena che è un vitigno autoctono ed
una coltivazione tipica ed esclusiva del comune di Saracena, situato
nell'area del Pollino, in provincia di Cosenza. Il Moscato di
Saracena è un vino passito da meditazione, di color giallo ambra,
dall'aroma intenso e dal sapore di miele, fichi secchi, frutta
esotica. La sua storia è millenaria, basti pensare che nel XVI°
secolo faceva parte della lista dei vini dell'Enoteca Pontificia: il
Cardinal Sirleto (1514-1585) lo faceva spedire per nave da Scalea,
affinché non mancasse mai sulla tavola di Papa Pio IV (1499-1565).
Lo
si produce con un procedimento antichissimo che prevede la
vinificazione separata del Moscatello di Saracena, vitigno autoctono,
particolarmente profumato ed aromatico, e delle uve Guarnaccia,
Odoacra e Malvasia. Il mosto ottenuto dalla vinificazione viene
concentrato, attraverso un processo di sapiente e peculiare
bollitura, per ottenere una riduzione di circa un terzo del totale;
questo procedimento determina un aumento del grado zuccherino.
L'aroma ed il gusto particolari provengono invece dall'uva
moscatello, raccolta ed appassita alcune settimane prima della
vendemmia, successivamente selezionata, schiacciata manualmente ed
aggiunta, nelle giuste proporzioni, al mosto concentrato. Solo dopo
una lunga fermentazione si ottiene il prodotto finale. Molti sono
stati, negli anni, i riconoscimenti ed i premi su scala
internazionale. Il Moscato al governo di Saracena è, inoltre, un
presidio Slowfood.
SINORO IGT CALABRIA
Ottenuto da uva Mlavasia coltivata nei vigneti di Strongoli. Dopo il diradamento dei grappoli effettuato alla fine di agosto, le uve vengono lasciate maturare sulla pianta sino a metà ottobre e comunque in relazione all'ndamento climatico, in modo da essere attaccate da muffe nobili. Dopo la macerazione a freddo delle uve, viene effettuata la pulizia del mosto e la fermentazione a temperatura controllata, completata in barriques con l'affinamento sulle fecce fini. Un colore giallo dorato, un profumo intenso floreale con sentori di speziatura lo contraddistinguono.
TERRE DI COSENZA DOP POLLINO MONTONICO
Le uve Montonico sono coltivate da
tempo immemore in Calabria, dove è noto anche con il sinonimo
“Mantonico“. Questo farebbe pensare ad una possibile origine
greca di questo vitigno. Il Pollino bianco è un Montonico in
purezza. E’ un vino bianco dal colore giallo più o meno carico,
con riflessi verdognoli, con sentori di frutta e fiori, di buona
struttura.
ZIBIBBO DI PIZZO
Lo Zibibbo è sia il nome di un vitigno a bacca bianca (chiamato anche Moscato d'Alessandria) che del vino che se ne ottiene. L'etimologia della parola deriva dal termine arabo zabīb (زبيب) che vuol dire "uvetta" o "uva passita". Lo Zibibbo delle Cantine Benvenuto è un vino che esalta e valorizza questa terra. Dal colore giallo paglierino tenue con riflessi verdolini, dai profumi freschi e delicati, di fiori d’arancio, di agrumi, di pesca e melone, con una spiccata aromaticità e mineralità; il gusto, leggermente ammandorlato. Si accompagna perfettamente a ostriche e pesci a carne bianca (orate, saraghi), formaggi e pasticceria secca.