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giovedì 3 luglio 2014

I Musei

GALLERIA NAZIONALE DI COSENZA
Via G.V. Gravina
COSENZA
Tel: +39 0984 79 56 39
Giorni di apertura: chiuso lunedì
Orario: 10:00-18:30 (mar-ven); 14:30-19:30 (sab-dom)
Ingresso: € 5 (intero); € 2 (ridotto)
La “National Gallery” cosentina, situata nel centro storico della città ed ospitata in un palazzo del ‘500 (Palazzo Arnone) posto sull'altura più panoramica della città, colle Triglio. Custodisce una ricca collezione di opere di Mattia Preti, Luca Giordano, Jusepe de Ribera, Pietro Negroni, Corrado Giaquinto e Sebastiano Conca. A partire dal 29 maggio 2010 la Galleria si è arricchita di 38 opere della Collezione Carime, oggi di proprietà di Intesa San Paolo, per le quali è stata allestita una nuova ala del complesso espositivo. Il percorso inizia con opere risalenti alla cultura rinascimentale e, tra queste, il bel dipinto del calabrese Marco Cardisco, raffigurante la Madonna in adorazione del Bambino. Il Seicento è ampiamente illustrato da un nucleo consistente di dipinti di Mattia Preti, arricchito dall'acquisizione del dipinto Cristo crocifisso tra i santi Bruno e Francesco d'Assisi, di straordinaria intensità. Numerosi sono, inoltre, i dipinti dei maestri napoletani Luca Giordano, Andrea Vaccaro, Francesco De Rosa, Salvator Rosa, Giuseppe Recco, che hanno esercitato tanta influenza per gli esiti di gran parte del patrimonio pittorico regionale. Discorso a parte meritano il Pasce oves meas del genovese Giovan Battista Gaulli, detto il Baciccio e due tele, raffiguranti Lot e le figlie del campano Massimo Stanzione e Giacobbe e il suo gregge al truogolo del siciliano Pietro Novelli, opere tutte provenienti da collezioni private del territorio. Il Settecento è illustrato da opere di Paolo De Matteis, Francesco De Mura, Stefano Liguoro, Sebastiano Conca, Corrado Giaquinto. Il percorso si conclude con La prova dell'abito da sposa, eseguita dal crotonese Gaele Covelli, una delle presenze artistiche più interessanti, vissuto tra fine Ottocento e prima metà del Novecento. Altra sezione molto interessante è quella di arte contemporanea ospitata al secondo piano della Galleria con opere della collezione Bilotti ed un intero nucleo di incisioni, disegni ed acquerelli di Umberto Boccioni, acquisiti dallo Stato e collocati a Cosenza.

MAB MUSEO ALL'APERTO BILOTTI
Corso Mazzini - Piazza C. Bilotti
COSENZA
Tel: +39 0984 81 33 36
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orario: sempre fruibile
Ingresso: libero
Il fiore all’occhiello della città di Cosenza è questo museo all’aperto, un sapiente progetto realizzato grazie alle donazioni dei mecenati e collezionisti cosentini Carlo ed Enzo Bilotti, che vede opere di grandi maestri. Una mostra all’aperto, lungo la via dello shopping cittadina, Corso Mazzini, che permette a chi lo attraversa di fruire l’arte en plein air. Calato tra i passanti nella normalità quotidiana, con 20 importanti sculture ed installazioni di arte contemporanea dei maestri Giorgio De Chirico, Salvador Dalì, Amedeo Modigliani, Giacomo Manzù, Sasha Sosno, Mimmo Rotella, Emilio Greco, Antonietta Raphael e Pietro Consagra.

MUSEO DEI BRETTII E DEGLI ENOTRI
Salita Sant'Agostino n.3
COSENZA
Tel: +39 0984 23 303
Sito web: www.museodeibrettiiedeglienotri.it
E-mail: museo@museodeibrettiiedeglienotri.it
Giorni di apertura: chiuso lunedì
Orario: 9:00-13:00 / 15:30-18:30 (periodo invernale); 9:00-13:00 / 16:30-19:30 (periodo estivo)
Ingresso: 3 Euro (intero), 2 Euro (ridotto)
Conserva una collezione archeologica che comprende materiali provenienti dalla città e da località diverse della sua provincia e che abbracciano un ampio arco cronologico: dai resti ossei del Paleolitico superiore delle grotte di Cirella ai reperti protostorici della necropoli enotria di Torre Mordillo, dagli oggetti provenienti dalle aree sacre greche di Cozzo Michelicchio e S. Mauro fino a quelli attestanti la presenza dei Brettii e dei Romani a Cosenza. Il secondo piano del complesso monumentale di Sant’Agostino ospita una sezione dedicata al Risorgimento, realizzata in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. L’esposizione occupa due ampie sale che custodiscono cimeli e documenti risalenti al XIX secolo, arricchita da pannelli che raccontano gli episodi salienti del Risorgimento meridionale nell’arco di tempo compreso tra la Rivoluzione napoletana del 1799 e gli anni immediatamente successivi all’Unità d’Italia.

MUSEO STORICO ALL'APERTO
Centro Storico
COSENZA
Sito internet: www.museocentrostorico.cs.it
E-mail: ffelicetti@hotmail.com
Giorni di apertura: sempre fruibile
Orario: sempre fruibile
Ingresso: libero
Questo museo si snoda lungo vari percorsi nel cuore della città vecchia di Cosenza. La storia della città, graficamente, è raccontata da artisti di fama internazionale provenienti da Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Italia e comprende venticinque pannelli murali giganti suddivisi in cinque aree riguardanti i diversi periodi storici, nell'ordine: il Percorso Bruzio di John Picking, il Percorso Normanno di Richard Whincop, il Percorso Svevo di Silvia Pecha, il Percorso Angioino di Alexandre Barbera Ivanoff, il Percorso Aragonese di G.D. Gonzales (Goyo).

MUSEO DIOCESANO

Piazza Parrasio n.16
COSENZA
Tel: +39 0984 68 77 171
Sito web: www.museodiocesanocosenza.it
E-mail: museodiocesanocs@libero.it
Giorni di apertura: chiuso domenica
Orario: 9:00-12:00 / pomeriggio e domenica su prenotazione
Ingresso: libero
Il Museo Diocesano di Cosenza ha la sua sede tra il Palazzo Arcivescovile e la Cattedrale, in quelli che un tempo furono parte dei locali del Seminario Diocesano. La prima sala ospita opere recuperate in alcune chiese della Diocesi, tra cui il bellissimo polittico dell'Annunciazione (1545) della scuola del Negroni appartenente alla Chiesa di Borgo Partenope. Segue poi la "Sala delle Committenze" che raccoglie tele, argenterie, paramenti commissionati dagli arcivescovi cosentini nella storia plurisecolare. Degni di menzione: il calice "del Papa", grande opera in argento e filigrana proveniente da Marano Marchesato, le due statuette eburnee attribuite alla scuola di Michelangelo e il calice vitreo di Celico del XVI° secolo. La sala dei paramenti, con significativi manufatti del seicento in buono stato di conservazione, immette nel lungo corridoio dove sono collocate quattro statuette lignee del tesoro della Cattedrale e un Crocifisso cinquecentesco. In una sala semicircolare è custodita la preziosissima Stauroteca (o Croce reliquario), opera unica in oro sbalzato, filigrana a vermicelli, smalto, adamantini e cristallo di rocca, del XII° secolo. La tradizione vuole sia stata donata da Federico II di Svevia in occasione della consacrazione della Cattedrale nel 1222. Pertanto è diventata l'emblema della città. Nella grande sala che segue si può ammirare il calice "Torquemada" del XV° secolo e cogliere la profonda devozione mariana con icone del cinquecento, tele del seicento e settecento, e parte del ricco tesoro della Madonna del Pilerio, protettrice della città di Cosenza e dell'Arcidiocesi, con corone d'oro, monili, pietre preziose e gioielli. L'ultimo ambiente, la Pinacoteca, custodisce la splendida tela dell'Immacolata di Luca Giordano (XVII° secolo), il prezioso San Gennaro di Andrea Vaccaro (XVII° secolo) proveniente da Luzzi e le suggestive tele mariane di Giuseppe Pascaletti (XVIII° secolo).

MUSEO DEL FUMETTO
Via Salita Liceo n.1
COSENZA
Tel: +39 333 50 57 534
Sito web: www.museofumetto.it
E-mail: info@lestradedelpaesaggio.com
Giorni di apertura: su prenotazione
Orario: su prenotazione
Ingresso: gratuito
Il Museo del Fumetto, il primo nel mezzogiorno, ha sede nel complesso monastico di Santa Chiara, situato nel cuore dell’antica città di Cosenza tra le vie Santa Chiara e Antonio Serra e nelle immediate vicinanze di Corso Telesio. Lo spazio accoglie un’importante collezione permanente creata grazie alle prime otto edizioni del Festival Le Strade del Paesaggio e vanta firme prestigiose del fumetto italiano ed internazionale: Tanino Liberatore, Enrique Breccia, Ivo Milazzo, Angelo Stano, Davide Toffolo. Il complesso è adiacente alla Giostra Nuova, che aveva nell’attuale Piazza XV Marzo il suo centro nevralgico, fulcro della vita cittadina e dei commerci nel XVI secolo e sede delle maggiori e più importanti campagne architettoniche ed artistiche fino ai giorni nostri. La Galleria è composta di una grande sala espositiva disposta su due livelli, e offre al pubblico la possibilità di visitare il percorso museale liberamente o con l’ausilio di guide. Nella sala espositiva resta visibile la cupola di copertura dell’antica chiesa di Santa Chiara, a dimostrazione del forte legame tra la contemporaneità delle esposizioni e l’antichità del luogo che le ospita.

MIAI - Museo Interattivo di Archeologia Informatica
Via Accattatis n.4
COSENZA
Sito web: www.verdebinario.org
E-mail: museo@verdebinario.org
Giorni di apertura: solo su prenotazione
Orario: solo su prenotazione
Ingresso: 3 Euro (compresa visita guidata)
Il Museo Interattivo di Archeologia Informatica (MIAI) è un'esposizione permanente di calcolatori storici, strutturata in sezioni che descrivono l'evoluzione del computer attraverso i decenni. Grazie ad un paziente lavoro di ricerca ed alla rete di relazioni con enti pubblici, tra cui diversi Dipartimenti dell'Università della Calabria, enti privati, associazioni e singoli cittadini, il MIAI ha ricevuto la donazione di materiale informatico di interesse storico, di documentazione cartacea e software originali. Il museo vanta oggi centinaia di sistemi tra cui il primo enorme mainframe VAX dell'Università della Calabria, vecchi cloni IBM, workstation UNIX, i primi computer prodotti da Apple e Olivetti e si arricchisce ogni giorno grazie alle donazioni di privati e di istituzioni. Gran parte delle macchine presenti nel museo sono funzionanti e vengono messe a disposizione dei visitatori di ogni età che possono così cimentarsi ad esplorarle con attività didattiche e ludiche. Durante la visita al museo gli ospiti sono incoraggiati ad utilizzare tutte le apparecchiature esposte, interagendo con sistemi esotici, divertendosi con videogiochi arcaici e sperimentando il buon vecchio software di una volta. Il primo sabato di ogni mese apertura speciale con approfondimenti dedicati a un singolo reperto del museo.

MAON - Museo d'Arte dell'Otto e Novecento
Via De Bartolo n.1
RENDE (CS)
Tel: +39 0984 44 41 13  /  +39 347 82 90 566
Sito web: www.maon.it
E-mail: info@maon.it
Giorni di apertura: chiuso domenica, lunedì e festivi
Orario: 10:00-13:30 / 16:30-20:00
Ingresso: libero
Il Museo è articolato in sezioni e raggruppa periodi storici, aree geografiche, movimenti e gruppi, singole personalità. Attorno al nucleo di quadri di Achille Capizzano è raccolta la produzione di tanti artisti calabresi della diaspora, ricostruendone i contesti culturali, sullo sfondo della situazione artistica nazionale e internazionale. Una delle raccolte principali riguarda gli ultimi quarant’anni del Novecento e il primo decennio del XXI° secolo, con una cinquantina di artisti calabresi individuati fra quelli della diaspora e gli stanziali: Mimmo Rotella, Luigi Di Sarro, Antonio Violetta, Giuseppe Gallo, Alfredo Pirri, Luigi Magli, Anna Romanello, Aldo Turchiaro, Sergio Ruffolo, Franco Toscano, Fiorenzo Zaffina, Francomà, Francesco Guerrieri, Pietro Perrone, Giancarlo Cauteruccio, Domenico Lo Russo, Franco Flaccavento, Giulio Telarico, Tarcisio Pingitore, Salvatore Anelli, Vincenzo Paonessa, Sebastiano Dammone Sessa, Ilario Quirino, Michele Marzo, Domenico Cordì, Salvatore Pepe, Niccolò De Napoli, Alessandro Forte, Milton Blas Verano, Erelin. Sono state acquisite anche una ventina opere di artisti non calabresi, italiani e stranieri, che con la Calabria hanno mantenuto in questi anni un rapporto stretto di presenza e operatività. Fra gli italiani: Carmine Di Ruggiero, Luciano Caruso, Nicola Carrino, Toni Ferro, Vinicio Berti, Primo Formenti, Angelo Brescianini. Gli artisti stranieri sono: la svizzera Marlis Nussbaumer, il cubano Alejandro Garcia, il persiano Bizhan Bassiri, la tedesca Shawnette Poe. Nel 2004 Reginald Green ha donato al Museo il modello del monumento “Children’s bell tower”, che sorge a Bodega Bay in California, opera dello scultore statunitense Bruce Hasson e dedicato alla memoria del figlio Nicolas Green ucciso in Calabria dalla mafia nel 1994. E’ del 2012 l’acquisizione, tramite comodato, di un’opera di Mimmo Rotella, concessa dalla Fondazione omonima e di un dipinto di Antonio Marasco, da parte del collezionista Giuseppe Chiarello.  

MUSEO NAZIONALE ARCHEOLOGICO DELLA SIBARITIDE
Frazione Sibari - Loc. Casa Bianca
CASSANO ALLO IONIO (CS)
Tel: +39 0981 79 392
Sito web: www.parcosibari.it
Giorni di apertura: chiuso lunedì
Orario: 9:00-19:30
Ingresso: 2 Euro (intero), 1 Euro (ridotto)
Il percorso espositivo verte sulla presentazione dei principali contesti, monumenti, classi di materiali e, in generale, delle più importanti problematiche storico-archeologiche inerenti la città romana di Copia Thurii e il suo territorio, dalla deduzione coloniale degli inizi del II° secolo a.C. all’istituzione del municipium dopo la Guerra Sociale e ai successivi sviluppi di epoca imperiale e tardo-antica, fino al definitivo abbandono del sito tra VI° e VII° secolo d.C. All’interno di questa linea cronologica sono stati quindi evidenziati gli aspetti maggiormente salienti dello sviluppo storico-istituzionale, socio-economico e ovviamente topografico, spaziale e monumentale della città romana: impianto urbano e mura, monumenti pubblici quali il c.d. Emiciclo-Teatro, il c.d. Edificio rettangolare (probabile Augusteum o sede del collegio degli Augustales), le Terme nell’area di Parco del Cavallo e il santuario di Iside in loc. Casa Bianca, ovvero privati come la grande domus e le altre case nell’area stessa di Parco del Cavallo e in quella di Prolungamento Strada, i mausolei e le tombe a Casa Bianca e presso Porta Nord, ecc. Oltre che da un ricco apparato esplicativo, tale palinsesto è illustrato attraverso l’esposizione di alcuni fra i più significativi materiali rinvenuti nel corso delle pluriennali campagne di scavo effettuate a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso e tuttora in via di svolgimento in alcuni settori dell’area archeologica: iscrizioni ed elementi architettonici e di arredo scultoreo e statuario, materiali ceramici e coroplastici, metalli e preziosi, vetri, ossi lavorati, monete, ecc., nell’ottica di fornire un quadro il più possibile esaustivo dei diversi ambiti funzionali, iconografici e ideologici della vita associata in una città antica come quella di Copia. Si segnalano in particolare un gruppo di frammenti scultorei in marmo pario, verosimilmente riconducibili a un ciclo statuario di età giulio-claudia, tra cui spiccano due teste raffiguranti rispettivamente Caligola e Claudio, e altri pure riferibili a membri della famiglia imperiale. Le statue, originariamente poste all’interno di uno degli edifici pubblici della città (forse nel c.d. Edifico rettangolare o nell’Emiciclo), testimoniano in tutta evidenza, qui come altrove, la profonda adesione dei cittadini e magistrati locali al consenso imperiale. Pure molto interessante è il gruppo di 6 statuine in bronzo, databili al pieno I° secolo d.C., raffiguranti divinità tradizionali del pantheon greco-romano quali Minerva ed Ercole, accanto ad altre di chiara ascendenza orientale ed egizia come Iside e Apis, rispettivamente in forma di vacca che allatta un vitellino e di toro, già con crescente lunare. Si tratta chiaramente di un larario, dunque di una serie di immagini destinate alla venerazione privata, domestica, ma che trova un suggestivo corrispettivo nel grande santuario di Casa Bianca, probabilmente dedicato proprio a Iside. Non meno importante è poi la collezione di un discreto numero di iscrizioni provenienti dagli scavi condotti sia in passato che più di recente a Copia, così come quella dei vetri, dei metalli e delle diverse classi ceramiche (dalla pasta grigia alle lucerne, dalle terre sigillate italica, africana e orientale alla comune e da cucina). Notevole è inoltre la raccolta di monete d’argento e di bronzo rinvenute sia a Copia che in altri siti circostanti, fra cui lo splendido “tesoretto” di denarii da Ciminata di Rossano. Parte dell’esposizione è riservata proprio al territorio e al relativo sistema insediativo e dell’organizzazione e gestione delle risorse naturali e delle attività antropiche, tramite la presentazione di alcuni contesti archeologici individuati e indagati nelle aree circostanti la città antica (villae e impianti produttivi, stationes, aree di necropoli), come quelli di Chiusa di Trebisacce, di Larderia di Roggiano Gravina, ancora di Ciminata di Rossano, ecc. In particolare dalla necropoli in loc. San Vito di Luzzi si segnala il magnifico corredo dalla tomba c.d. “del chirurgo”, sorta di “borsa dei ferri” di un medico, ortopedico o dentista del I secolo d.C., rinvenuta all’interno della sepoltura e costituita da oggetti in ferro e soprattutto in bronzo, anche con agemina in argento, alcuni dei quali ancora funzionanti. Fiori all'occhiello del museo sono senza ombra di dubbio: una statuetta bronzea chiamata "Toro Cozzante", risalente al IV° secolo a.C. e rinvenuta durante gli scavi effettuati nel biennio 2003-2005 all'interno del Parco del Cavallo e una tavoletta votiva in bronzo dedicata ad Atena dall'atleta olimpionico Kleombrotos.

MUSEO ARCHEOLOGICO STATALE "VINCENZO LAVIOLA"
Piazza Giovanni XXIII
AMENDOLARA (CS)
Tel: +39 0981 91 13 29
Giorni di apertura: chiuso lunedì
Orario: 9:00-19:00
Ingresso: libero
Il Museo è dedicato al medico di Amendolara, dott. Laviola, studioso ed appassionato di antichità, impegnato anche nella salvaguardia e custodia del patrimonio storico e archeologico della sua terra. La collezione Laviola si compone principalmente di reperti metallici e frammenti ceramici del periodo protostorico (XII°-VIII° sec. a.C.), già conservati nel piccolo Museo Civico, istituito negli anni sessanta. Ad arricchire il nucleo centrale della collezione ci sono i reperti provenienti dagli scavi eseguiti fra la fine degli anni sessanta e gli anni settanta dalla Soprintendenza della Calabria e coordinati dalla prof.ssa Juliette de la Genière, che hanno portato alla luce le aree sepolcrali site in località di Paladino e Mangosa e il relativo abitato arcaico di S. Nicola. Il percorso museale si snoda attraverso le varie fasi di frequentazione di un sito fra i più importanti e significativi dell’Alto Ionio, in cui alla civiltà indigena dell’età del Bronzo, prima, e dell’età del Ferro poi, si è succeduta ed amalgamata la civiltà del popolo greco colonizzatore senza una sostanziale e lacerante frattura, come è, invece, evidente in altri siti dell’area, completamente scomparsi con l’avvento dei Greci. La prima sezione si apre coi reperti più antichi della collezione: vasi in terracotta, strumenti in metallo, armi e gioielli databili al XII° secolo a.C. Vicini per datazione sono anche i reperti dalla necropoli presso Agliastroso. Al periodo della Magna Grecia arcaica risalgono oggetti di ceramica corinzia e protocorinzia, materiale in bronzo e altri reperti, che dimostrano la colonizzazione greca attraverso Sibari. La sezione bizantina ospita frammenti architettonici di marmo e altri arredi liturgici provenienti dalle chiese cittadine di San Giovanni e dell'Annunziata

MUSEO CIVICO DI SANTA MARIA DELLA CONSOLAZIONE
Piazza Tommaso Campanella n.1
ALTOMONTE (CS)
Tel: +39 0981 94 82 16
Sito web: www.museocivicoaltomonte.it
Giorni di apertura: sempre aperto
Orario: 9:00-13:00 / 15:00-19:00
Ingresso: 3 Euro (intero), 1 Euro (ridotto)
Il Museo Civico di Altomonte è stato inaugurato nel 1980 in concomitanza con le celebrazioni del settimo centenario della nascita di Simone Martini, di cui conserva il San Ladislao. La collezione è ospitata in alcuni ambienti ricavati dalle antiche celle dell ex Convento dei Domenicani, edificato tra il 1342 e il 1440 per volontà di Covella Ruffo Sanseverino, attiguo alla chiesa di Santa Maria della Consolazione. Il convento, sapientemente restaurato su iniziativa dell'Amministrazione Comunale, accoglie anche la Biblioteca Civica e la Biblioteca Storica e documenta attraverso diverse sale espositive: Medioevale, Domenicana, Quadreria, Sculture, Argenti, Paramenti e Lapidario, lo svolgersi di un importante capitolo della storia di Altomonte, del mecenatismo dei suoi feudatari Filippo Sangineto e Covella Ruffo Sanseverino e dell'Ordine religioso dei Domenicani. Le opere esposte provengono tutte dalle Chiese di Santa Maria della Consolazione, di San Francesco di Paola e di San Giacomo Apostolo e sono di proprietà del FEC. Tra i dipinti esposti, sono da segnalare: S. Ladislao d'Ungheria, forse parte di un polittico di Simone Martini (1326 ca.); due tavole di Bernardo Daddi con S. Agostino e S. Giacomo e S. Maria Maddalena e S. Giovanni Battista (1328 ca.); l'altarolo del XV° secolo con Scene della Passione. Sono inoltre esposti sculture lignee, argenterie, paramenti sacri e corali su pergamena.

LA NAVE DELLA SILA - Museo Narrante dell'Emigrazione
Via Camigliati - Loc. Camigliatello Silano
SPEZZANO DELLA SILA (CS)
Tel: +39 0984 57 82 00
Fax: +39 0984 57 87 76
Sito web: www.lanavedellasila.it
E-mail: info@lanavedellasila.it
Giorni di apertura: aperti sabato e domenica (Luglio e Settembre); tutti i giorni (Agosto); tutto l'anno su prenotazione (visite scolastiche/gruppi)
Orario: 10:00-13:30 / 15:30-19:00 (Luglio e Settembre); 10:00-13:30 / 15:30-19:30 (Agosto)
Ingresso: 3 Euro
Questo museo, ospitato nella bellissima vaccheria del Parco Old Calabria, è il primo tentativo di raccontare l'emigrazione italiana in un'ottica non regionale. La ricostruzione per cenni di un bastimento vuole offrire un panorama della grande epopea dei nostri emigranti che sia storicamente corretto e di facile lettura, scientifico ed emozionante. L'esposizione di una raccolta straordinaria di fotografie, illustrazioni e copertine di vecchie riviste, è accompagnata dai testi di Gian Antonio Stella che raccontano la nostra storia attraverso i numeri e le poesie, le testimonianze letterarie e le statistiche, le avventure di interi villaggi, di singole famiglie, di uomini, donne e bambini.

MUSEO DEI BRETTII E DEL MARE
Piazza del Popolo
CETRARO (CS)
Tel: +39 0982 97 27 51
Sito web: www.museodeibrettiiedelmare.it
E-mail: museo@comune.cetraro.cs.it
Giorni di apertura: chiuso sabato e domenica (invernale) - tutti i giorni (estivo)
Orario: 10:30-12:30 / 17:30-19:30 (invernale); 10:30-12:30 / 18:00-20:00 (estivo)
Ingresso: 3 Euro (intero), 2 Euro (ridotto e gruppi)
Il “Museo dei Brettii e del Mare” è ospitato all’interno di Palazzo Del Trono, elegante architettura sita nel centro storico di Cetraro. Il percorso di visita del Museo, allestito secondo criteri contestuali in una doppia sezione espositiva, consta di ben 12 sale distribuite su tre livelli strutturali. Nella Sezione archeologica, arricchita di recente dall’innovativo Laboratorio Multimediale costituito dal sistema virtuale “MNEME”, sono conservati reperti risalenti al IV – III sec. a.C. provenienti dai siti archeologici presenti nel territorio e riferibili al popolo italico dei Brettii, ed un’interessante collezione di anfore greco-romane e medioevali provenienti dai fondali del medio tirreno cosentino a testimonianza dei traffici commerciali marittimi compiuti in passato. Nella Sezione Storica è presente il Museo Cartografico che espone un’ingente collezione di carte geografiche, dal 1400 al periodo post-unitario, depositarie delle trasformazioni subite dal territorio italiano in particolar modo da quello calabrese. Di questa Sezione fanno parte anche la Biblioteca Civica, costituita da un fondo di oltre 15.000 volumi, una piccola mostra di reperti archeologici di epoca medioevale provenienti dal centro storico, ed una serie di plastici che riproducono in scala le principali architetture religiose e civili di Cetraro. Inoltre, attraverso i nuovi servizi multimediali e le nuove applicazioni è possibile, tramite il proprio smartphone o quelli in dotazione al museo, approfondire tutti i contenuti espositivi. Tra i servizi del Museo: visite guidate, enoteca/bar, sala congressi, wi-fi, ascensore, guardaroba e bookshop.

MUSEO DIOCESANO D'ARTE SACRA E DEL CODEX
Largo Duomo n.5
ROSSANO CALABRO (CS)
Tel: +39 0983 52 52 63  /  +39 340 47 59 406
Sito web: www.museocodexrossano.it
E-mail: info@museocodexrossano.it
Giorni di apertura: tutti i giorni (periodo estivo); chiuso lunedì (periodo invernale)
Orario: 9:30-13:00 / 16:30-21:00 (periodo estivo); 9:30-12:30 / 15:00-18:00 (periodo invernale)
Ingresso: 3 Euro
Il Museo Diocesano di Rossano Calabro venne istituito nel 1952 dall'arcivescovo Giovanni Rizzo. Nello spazio costituito da due sale, ottenute ristrutturando opportunamente i locali della Sagrestia della Cattedrale, vennero raccolte testimonianze artistiche, suppellettile sacra e liturgica, insieme ad altro materiale documentario di varia epoca compreso il celeberrimo e preziosissimo testo sacro del Codex Purpureus. Nel 1977 il Museo subì un importante intervento strutturale, ad opera dell'arcivescovo Antonio Cantisani. Nel 1985 l'arcivescovo Serafino Sprovieri avviò la ristrutturazione di un'ala del Palazzo Arcivescovile da destinare a Museo. Dopo anni di lavori, il 9 dicembre 2000, la nuova sede del Museo fu inaugurata dall'arcivescovo Andrea Cassone. L'attuale collocazione, situata nei locali retrostanti la Cattedrale, è costituita da dieci sale, di cui una riservata appositamente al Codex. L'arcivescovo Santo Marcianò, in collaborazione con la Soprintendenza per i beni storici e artistici della Calabria, ha sollecitato ed avviato una riorganizzazione degli spazi espositivi del Museo secondo criteri museali scientifici. Al suo interno la Statua di San Nilo, oggetto ligneo scolpito, alto 108 centimetri, raffigurante il Santo patrono di Rossano, dallo stile tardo settecentesco; l'ostensorio detto "Sfera Greca", manufatto degli inizi del XVI° secolo donato dal cardinale Bernardino Lopez de Carvajal, di fattura probabilmente romana, esprime il linguaggio dell'arte orafa di transizione tra l'età tardo gotica e quella rinascimentale; la Tavola della Pietà ed il Graduale Santorale, manoscritto illustrato, siglato R IV e datato 1614, di autore anonimo, costituito da 68 fogli.

MACA - Museo di Arte Contemporanea Acri
Piazza Falcone n.1
ACRI (CS)
Tel: +39 0984 95 33 09  /  +39 339 69 35 464
Sito web: www.museomaca.it
E-mail: info@museomaca.it
Giorni di apertura: chiuso lunedì
Orario: 9:00-13:00 / 15:00-19:00 (orario invernale); 9:00-13:00 / 16:00-20:00 (orario estivo)
Ingresso: libero
Il Maca (Museo d'Arte Contemporanea di Acri), nato nel giugno del 2006, è ospitato in trenta sale del settecentesco Palazzo Sanseverino-Falcone, per un totale di oltre tremila metri quadri di spazio espositivo. Un museo con due anime: scrigno prezioso per le opere di Silvio Vigliaturo e spazio da cui volgere lo sguardo al contemporaneo. Il museo attualmente ospita, in undici sale, la collezione delle opere di Vigliaturo, uno dei più importanti e creativi esponenti della scultura in vetro. Si tratta di oltre duecento lavori, tra dipinti, disegni e sculture in vetro, donati dall’artista stesso, che, oltre a rappresentare un importante patrimonio, sono anche un significativo ritorno alla terra natia, ai suoi paesaggi e alle sensazioni che sono in grado di suscitare, a cui l’artista, simbolicamente, restituisce quei colori di cui è forte debitore. Il coreografico cortile interno e le restanti diciannove sale del palazzo ospitano periodicamente mostre, incontri, workshop e iniziative didattiche dedicate all’arte contemporanea.

MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI CROTONE
Via Risorgimento n.121
CROTONE
Tel: +39 0962 23 082
Fax: +39 0962 66 52 12
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orario: 9:00-19:00
Ingresso: 2 Euro (intero), 1 Euro (ridotto)
Il Museo Archeologico Nazionale fu istituito nel 1910 e si presenta diviso in due sezioni. Esso rappresenta la tappa principale per la conoscenza del passato magnogreco dell'area ed illustra le principali zone di interesse archeologico della città esponendo quanto le campagne di scavo hanno riportato alla luce. Il fiore all'occhiello del museo resta il Tesoro di Hera, rinvenuto intorno all'edificio sacro nel 1987; esso è costituito da un preziosissimo diadema in oro che ornava molto probabilmente il simulacro della dea, un anello d'oro con castone romboidale, una sirena in bronzo, una gorgone alata. Degna di nota è l'esposizione di medaglie e monete greche e romane che ricordano l'intensa attività della zecca crotoniate che fu tra le più importanti della Magna Grecia coniando monete per circa tre secoli.

MARCA - Museo delle Arti Catanzaro
Via Alessandro Turco n.63
CATANZARO
Tel: +39 0961 74 67 97  /  +39 0961 84 724
Sito web: www.museomarca.info
E-mail: info@museomarca.com
Giorni di apertura: chiuso lunedì
Orario: 9:30-13:00 / 15:30-20:00 (autunno/inverno); 9:30-13:00 / 16:30-21:00 (primavera/estate)
Ingresso: 6 euro (biglietto unico), 4 euro (ridotto), 3 euro (speciale scuole)
Il Marca (Museo delle Arti Catanzaro), nato nel marzo 2008, è un polo museale multifunzionale dove convivono situazioni artistiche differenti. Questa caratteristica emerge anche dalle collezioni. Nelle nuove sale restaurate, al piano terra del museo, sono collocate in permanenza le raccolte di arte pittorica e plastica entrate a far parte del patrimonio della Provincia di Catanzaro a partire da un nucleo collezionistico già costituito tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento con opere di Antonello de Saliba, Battistello Caracciolo, Mattia Preti, Andrea Cefaly e Francesco Jerace. La collezione permanente d’arte contemporanea si pone in stretto rapporto con le esposizioni e consente una rilettura complessiva dell’intero progetto. Una testimonianza significativa è rappresentata da China, il bar realizzato da Flavio Favelli nel 2008 appositamente per il museo in occasione dell’inaugurazione. Non manca nemmeno il bookshop realizzato da Alessandro Mendini. Tra i tanti progetti di arte contemporanea, è sufficiente segnalare le personali dedicate a Alex Katz, Antoni Tàpies, Alessandro Mendini, Enzo Cucchi o la rassegna di fotografia e video Community. La ritualità collettiva prima e dopo il web a cui si è aggiunta la grande mostra sulla Berlino degli anni ottanta. Il museo si pone come partner privilegiato di Intersezioni, il progetto di scultura contemporanea curato da Alberto Fiz che dal 2005 si svolge ogni estate al parco archeologico di Scolacium. Sino ad ora sono stati coinvolti Daniel Buren, Tony Cragg, Jan Fabre, Mimmo Paladino, Antony Gormley, Stephan Balkenhol, Wim Delvoye, Marc Quinn Dennis Oppenheim, Michelangelo Pistoletto e Mauro Staccioli. Accanto alle mostre temporanee, è stato realizzato, nella città di Catanzaro, il Parco Internazionale della Scultura, il primo del Mezzogiorno, dove tutti gli artisti che prendono parte a Intersezioni sono presenti in permanenza con testimonianze emblematiche entrate a far parte del patrimonio pubblico cittadino. Il Parco Internazionale della Scultura si trova all’interno di una vasta area verde di oltre 63 ettari adiacente al centro urbano della città di Catanzaro. Si tratta di uno dei più significativi progetti di arte pubblica in ambito nazionale. Il progetto è in progress e sino ad ora sono state collocate 23 opere. Tra i lavori esposti: Uomo e Ballerina (2005) di Stephan Balkenhol, Cast Glances (2002) di Tony Cragg, Concrete Mixer (2007) di Wim Delvoye, L’uomo che misura le nuvole (1998) di Jan Fabre, Seven Times (2006), l’installazione di sette opere realizzata da Antony Gormley, Testimoni (1998), l’installazione di quattro opere di Mimmo Paladino, Totem (2007) di Marc Quinn. Nel novembre 2009 sono state collocate Electric Kisses, le due installazioni di Dennis Oppenheim che evocano le antiche pagode e nel 2010 le due installazioni di Michelangelo Pistoletto, I Templi cambiano-Terza Paradiso, una rivisitazione della classicità e Le sponde del Meditteraneo-Love Difference in 68 pietre colorate che si pone come luogo d’interazione tra le differenti culture.

MUSEO PROVINCIALE DI CATANZARO

Piazzale Trieste - c/o Villa Margherita
CATANZARO
Tel: +39 0961 72 00 19
Giorni di apertura: chiuso lunedì
Orario: 10:00-13:30 / 15:30-17:30 (pomeriggio solo dal martedì al venerdì)
Ingresso: libero
La più antica istituzione pubblica della regione venne inaugurata nel maggio del 1879 in un magazzino di piazza Tribunale e poi trasferita nel 1887 nelle sale del complesso di Villa Trieste. Nel museo provinciale confluirono numerose opere provenienti da enti ecclesiastici soppressi quali: la Madonna della Ginestra di Antonello De Saliba, la Madonna in gloria di Battistello Caracciolo e la Deposizione di Francesco Colelli. Di particolare importanza è la Croce reliquiario con storie della vita di Cristo e della Vergine, il Trittico di Giovanni Scupula, il Medaglione aureo con l'adorazione dei magi, la collezione di 23 dipinti su rame del XVII° secolo a soggetto religioso, i dipinti di Andrea Cefaly e l'"Eraclito e Democrito" di Mattia Preti. Monete dell'età antica, pergamene, diplomi reali e reperti archeologici di vario genere completano la collezione museale.

CASA DELLA MEMORIA - Rotella House
Vico dell'Onda n.7
CATANZARO
Tel: +39 0961 74 58 68
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orario: 10:00-13:00
Ingresso:
Questo spazio, voluto fortemente da Mimmo Rotella nell'abitazione di sua madre (dove il giovanissimo artista viene a contatto con i primi colori), è stato concepito dallo stesso artista, scomparso nel 2006, come un luogo sacro e rigoroso; nelle candide stanze piene di sole ospita opere, libri, foto, cimeli e storia del maestro del décollage, in un'atmosfera sospesa tra cosmopolitismo e ieracità. Al suo interno anche un piccolo bookshop ed un maxi schermo utilizzato per finalià didattiche.

MUSMI - Museo della Storia Militare "Brigata Catanzaro"
Via Cortese n.1
CATANZARO
Tel: +39 0961 79 28 99
Sito web: www.musmi.it
E-mail: musmi@provincia.catanzaro.it
Giorni di apertura: chiuso lunedì
Orario: 10:00-13:00 / 17:00-20:00
Ingresso: 3 Euro (intero), 2 Euro (ridotto), gratuito (under 18 e over 65)
Il Museo storico militare Brigata Catanzaro si trova nel comune di Catanzaro, nel Parco della Biodiversità mediterranea; è un museo specialistico dedicato alla Brigata Catanzaro che custodisce armi, divise, documenti, cartine geografiche e altri cimeli utilizzati nelle varie guerre dal periodo napoleonico alla seconda guerra mondiale. È costruito su due livelli ognuno dei quali relativo a vari epoche storiche: sul piano terra sono presenti le varie collezioni relative al periodo borbonico e napoleonico; sul primo piano sono presenti la collezioni relative ai periodi successivi, in particolar modo prima, seconda guerra mondiale e l'area dedicata alla Brigata Catanzaro. Sempre sul medesimo piano è possibile entrare in una trincea riprodotta dettagliatamente con materiale originale e completata con effetti speciali di bombardamenti. Attraversando le varie stanze del museo si possono osservare proiettati sui vari schermi dislocati all'interno del piano spezzoni di materiale documentario dell'Archivio dell'Istituto Luce. Il MUSMI annovera, tra le armi in esposizione, una interessante collezione di fucili Vetterli, i fucili con cui venne realizzata l'unità d'Italia; poi, mine antiuomo, fucili mitragliatori, pistole semiautomatiche (Beretta, Mauser e Parabellum), pistole a rotazione, bombe a mano e granate, baionette. Sono presenti, inoltre, fucili, sciabole, daghe e coltelli prodotti dalle Reali Ferriere di Mongiana Fabbrica d'armi di Mongiana. Il Museo conserva varie onorificenze e decorazioni tra cui la prestigiosa Legion d'Onore, di epoca napoleonica, e la coeva insegna della Corona di ferro. Nella collezione si distinguono soprattutto i manifesti della propaganda fascista. Da segnalare, tra le numerose divise custodite all'interno del MUSMI: le divise dei cavalleggeri della Maison-Rouge, e quelle della Garde Nationale; una uniforme degli Ussari di Piacenza; la divisa degli Arditi e quella dei soldati della Brigata Catanzaro; la divisa da cerimonia del Prefetto e deputato Edoardo Salerno; una uniforme da balilla; la tenuta estiva prescritta al personale civile dello stato; la divisa di un Legionario di Spagna e quella di un soldato dell'Afrika Korps, con casco tropicale, scarpe e occhiali antisabbia; le divise di due paracadutisti schierati su fronti opposti (R.S.I. e Regno del Sud). È di particolare interesse un'accurata ricostruzione in diorama (scala 1:32) di una fase della battaglia di Waterloo, quella relativa alle cariche della cavalleria francese. Un'altra battaglia ricostruita con modellini è quella che interessò le truppe Inglesi e gli insorti Calabresi contro le truppe d'occupazione Napoleoniche Francesi conosciuta come Battaglia di Maida. Oggi ricordata a Londra con un quartiere e una Stazione della Metropolitana Maida Vale. Il Museo conserva varie testimonianza di vita quotidiana: riviste d'epoca, lettere, documenti privati e oggetti di uso comune riconducibili tanto alla vita civile quanto alla vita sotto le armi.

MUSEO DELLA SETA
Via Regina Elena n.7
SAN FLORO (CZ)
Tel: +39 320 89 68 663
Giorni di apertura: su prenotazione
Orario: su prenotazione
Ingresso: libero
Unico nel suo genere, ambientato nella bellissima cornice di Castello Caracciolo. In una sezione conserva i cimeli della storia sericola, con vestiti antichi, damaschi catanzaresi, paramenti sacri damascati e l’archeologia industriale tessile. In un’altra espone manufatti in seta greggia contemporanei, distinti per lavorazione all’uncinetto e tessuti al telaio antico a 4 licci. Una terza sezione è dedicata al gelso al baco da seta e fibre naturali; (seta-ginestra-lino-lana-seta di mare con la pinna nobilis che nei fondali marini si veste nel bisso del mare). Nell’ultima sessione il museo riserva il laboratorio tessile con telai a 4 licci funzionanti e l’esposizione del campionario delle tinte naturali. 

MUSEO ARCHEOLOGICO DEL LAMETINO
Piazzetta San Domenico
LAMEZIA TERME (CZ)
Tel: +39 0968 44 19 47
Giorni di apertura: chiuso lunedì
Orario: 8:30-13:00 / 15:30-18:00
Ingresso: 4 Euro (intero), 2 Euro (ridotto)
Il Museo Archeologico Lametino è ubicato al primo piano del complesso Monumentale del San Domenico, Lamezia Terme (CZ), nell'antico Convento dei Padri Domenicani. Il Museo, accoglie numerosi reperti rinvenuti in diversi siti della piana lametina, ed è organizzato in tre sezioni (Preistorica, Classica e Medievale) attraverso le quali è possibile seguire le dinamiche storiche del territorio dal Paleolitico sino all'età tardo-medievale. Il percorso di visita inizia con la sezione preistorica, rappresentata soprattutto dai vari materiali (choppers e industria litica) rappresentanti i segni della presenza di agricoltori neolitici nella piana lametina (Casella di Maida, Acconia, San Pietro Lametino). In questa sezione sono esposti i più antichi strumenti utilizzati dai primi cacciatori del paleolitico che abitarono la Calabria. La serie di strumenti in ossidiana (pietra lavica proveniente dalle Isole Eolie) e vari frammenti di ceramiche con complessi ed eleganti motivi decorativi geometrici impressi appartengono, invece, al neolitico. La sezione classica, divisa in due sale, è riservata a Terina, la colonia greca fondata tra la fine del VI° e gli inizi del V° secolo a.C. dai crotoniati. Nelle vetrine della prima sala sono esposti i tre tesoretti monetali che sintetizzano la storia dei rapporti politici ed economici che hanno interessato la piana lametina. In particolare il primo è un gruzzolo di monete incuse recuperate in località Polveracchio di Acquafredda (frazione di Lamezia Terme), importante perché è il più antico tesoretto ritrovato in Magna Grecia e perché indica che alla fine del VI° secolo a.C. la piana era sotto l'influenza di Sibari e che questa aveva rapporti commerciali con comunità indigene, come testimonia la presenza di un panetto d'argento compreso nel gruzzolo. Il secondo, ritrovato a Curinga in località Serrone, apre una nuova prospettiva politica per il territorio della piana agli inizi del V secolo a.C.. È ora Crotone ad avere l'egemonia sulla piana dove ha fondato la città di Terina, ampiamente rappresentata nelle monete del terzo gruzzolo recuperato a Sant'Eufemia Vetere in località Bosco Amatello. Proviene da una delle necropoli della città di Terina, localizzabile nel territorio di Gizzeria, una hydria a figure rosse con scene di toeletta nuziale, databile tra il 380 e il 370 a.C. Nella seconda sala sono esposti oggetti provenienti da chora (territorio) della città antica, ma soprattutto i materiali recuperati attraverso raccolte di superficie nel corso di recenti scavi. Si tratta in particolare di oggetti di uso comune attestanti le diverse attività maschili e femminili che si realizzavano all'interno dell'oikos (casa) e di materiali riferibili a scambi e commerci di prodotti. Tra i materiali di età greca, si segnala un chiodo in bronzo con iscrizione recuperato nella zona di Capo Suvero di Gizzeria Lido.

ANTIQUARIUM COMUNALE
Via Pitagora n.4 - c/o Municipio
TIRIOLO (CZ)
Tel: +39 0961 99 10 04
E-mail: areaamministrativa@comune.tiriolo.cz.it
Giorni di apertura: chiuso sabato e domenica
Orario: 9:00-13:00 / 15:00-18:00 (il pomeriggio aperto solo martedì e giovedì)
Ingresso: libero
Questo museo, istituito nel 1985 ed ospitato in due grandi sale del palazzo del Municipio, espone reperti di provenienza locale che abbracciano un arco di tempo vastissimo che va dalla Preistoria fino al Medioevo. Nella collezione museale troviamo utensili in ossidiana del Neolitico, oggetti di corredo funerario, frammenti di ceramica e vasellame, asce, fibule, chiodi, statuette in bronzo, un elmo bronzeo brettio, tavole bronzee. 

MUSEO ARCHEOLOGICO DI SCOLACIUM
Via Scylletion c/o Parco Archeologico di Scolacium
BORGIA (CZ)
Tel: +39 0961 39 13 56
Giorni di apertura: chiuso lunedì
Orario: 9:00-13:00
Ingresso: libero
Il museo è allestito in un edificio rurale che risale al1800 e appartenente al complesso signorile dei baroni Mazza e recentemente ristrutturato per essere destinato a sede museale. I materiali esposti sono frutto della ricerca archeologica compiuta nell’area in cui sorge il museo stesso e vanno dalla preistoria, età greca, romana, fino al medioevo. Dodici sono le sale divise su due piani, di cui un piano terra rialzato più un piano.

MUSEO CIVICO DI TAVERNA
c/o Palazzo San Domenico
TAVERNA (CZ)
Tel: +39 0961 02 36 50  /  +39 0961 92 48 24
Sito web: www.museiditaverna.it
E-mail: museotaverna@libero.it
Giorni di apertura: chiuso lunedì
Orario: 9:30-12:30 / 16:00-19:00
Ingresso: 5 Euro (adulti), 3 Euro (ridotto)
Il museo offre un percorso di visita che dalla Pinacoteca Pretiana conservata nella monumentale chiesa di San Domenico, “summa” dell’arte del Cavalier Calabrese, si snoda nelle due principali sezioni del museo comprendenti 15 sale dedicate ad artisti meridionali attivi nei secoli XVII°, XVIII° e XIX° (Gregorio e Mattia Preti, Francesco Cozza, Giovanbattista Spinelli, Antonio De Bellis, Antonio Sarnelli,) e all’arte contemporanea la cui ricca raccolta documenta, tra le altre opere, le cifre creative di Ercole Drei, Mimmo Rotella, Carmelo e Angelo Savelli, Lia Drei, Francesco Guerrieri e Aldo Turchiaro. Conclude il percorso il M.A.C.A.T. Museo d’Arte Contemporanea all’Aperto di Taverna, dislocato nel centro urbano ove sono state installate permanentemente opere polimateriche di Alessandro Monteleone, Giulio De Mitri, Antonio Violetta, Alberto Mingotti, Pasquale Cerra e Antonio Saladino. Una speciale sezione del MACAT è stata dedicata alla poesia di Marcia Theophilo candidata al Nobel per la letteratura.

MUSEO ARCHEOLOGICO STATALE "VITO CAPIALBI"
c/o Castello Normanno Svevo
VIBO VALENTIA
Tel: +39 0963 43 350
Giorni di apertura: chiuso lunedì
Orario: 9:00-19:00
Ingresso: 2 Euro (intero), 1 Euro (ridotto), gratuito (disabili, under 18 e over 65)
Il Museo Archeologico Statale di Vibo Valentia, intitolato al conte Vito Capialbi, studioso e archeologo del XIX° secolo, è ubicato all'interno del Castello normanno-svevo, eretto durante il regno di Federico II sui resti dell'antica Hipponion. L'allestimento museale segue un ordine cronologico e topografico e comprende reperti provenienti dalla città e dalle zone archeologiche nei dintorni, databili tra la fine del VII° e il IV° secolo a.C., arricchite da alcune collezioni otto-novecentesche donate da studiosi locali. Tra i nuclei antiquari privati spiccano le ceramiche architettoniche, come le terrecotte arcaiche dal santuario di Scrimbia, le antefisse a palmetta e a maschera silenica e le sime dipinte. Tra la ceramica di trovano lekythoi attiche a figure rosse. Interessante è il monetiere Capialbi, che contiene alcuni rarissimi aurei locresi.

MUSEO PROVINCIALE MURATTIANO
c/o Castello Murat
PIZZO CALABRO (VV)
Tel: +39 0963 53 25 23
E-mail: kairospizzo@gmail.com
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orario: 8:30-19:00
Ingresso: 2,50 Euro (intero), 1,50 Euro (gruppi, bambini e over 65)
Il Museo Provinciale Murattiano è ospitato nelle sale del Castello Aragonese di Pizzo fin dalla sua costituzione. Esso attualmente occupa i due piani superiori del Castello. Il Museo si articola in 2 sezioni di cui: la prima contiene la Rappresentazione Scenica Murattiana. Trattasi della ricostruzione per scene delle tragiche vicende storiche occorse a Pizzo tra l’8 ed il 13 ottobre del 1815. Si ricorda che l’8 ottobre del 1815 il re di Napoli Gioacchino Napoleone sbarco nella rada della Marina del Pizzo con trenta soldati per tentare la riconquista del Regno perduto nel mese di maggio dello stesso anno per mano delle armate austriache del Generale Bianchi nella battaglia di Tolentino. Fù arrestato e rinchiuso nelle celle del Castello Aragonese, fu sottoposto ad un processo farsa esattamente cinque giorni dopo. Fu condannato e fucilato dopo quindici minuti il giorno 13 ottobre del 1815. Nella stessa nottata fu seppellito nella Chiesa di San Giorgio Martire. Al primo piano sono state ricostruite le celle che hanno ospitato gli uomini di Murat. Al piano superiore sono state approntate le scene del processo, della prigionia del re e della fucilazione dello stesso. La seconda comprende la Biblioteca Provinciale Murattiana che collocata al piano superiore, nella stanza che probabilmente ospitò il re nelle sue ultime cinque giornate di permanenza a Pizzo, accoglie circa cinquecento volumi specialistici sulla storia murattiana e napoleonica in generale nonché sulla storia della Calabria e del suo mare.

MUSEO DIOCESANO DI TROPEA
Largo Duomo
TROPEA (VV)
Tel e Fax: +39 0963 61 034  /  +39 349 78 76 408
Sito web: www.museodiocesanotropea.it
E-mail: tropea.museo@libero.it
Giorni di apertura: tutti i giorni (Aprile-Ottobre); su prenotazione (Novembre-Marzo)
Orario: 9:30-12:30 e 17:00-20:00 (Aprile, Maggio, Settembre e Ottobre); 19:00-24:00 (Luglio e Agosto); 10:00-12:30 e 18:30-22:00 (Giugno)
Ingresso: 2,00 Euro (sconti per comitive)
All'interno di questo delizioso museo trova spazio la produzione artistica di proprietà della Diocesi di Tropea. Il portico ospita una serie di statue marmoree in ordine sparso: i santi Pietro e Paolo (XVI° secolo) di fattura siciliana; un trittico seicentesco di autore napoletano con la Madonna delle Grazie, San Francesco d'Assisi e Santa Chiara. Al primo piano è esposta la collezione di dipinti. Tale collezione comprende opere che appartengono a periodi più vari. Vi sono due icone, una del XIII° e una del XV° secolo e brani di un affresco di scuola giottesca proveniente dal convento di Santa Chiara, databile alla seconda metà del XIV° secolo. Molte sono le opere degli artisti locali, tra le quali va segnalata una consistente parte della produzione dell'autore tropeano Giuseppe Grimaldi (1690-1748), comprendente il Martirio di Santa Domenica. Altri pittori tropeani presenti sono Gaetano Bagnati, Jacopo Ruffa e Gregorio Zangone, tutti operanti nella seconda metà del Settecento. Interessanti anche le opere commissionate ad artisti napoletani, come le tre grandi tele: una Madonna del Rosario, una Madonna del Carmine e un'Incredulità di San Tommaso di Nicola Menzele (1729-1789), allievo di Francesco De Mura. Notevole per l'intensità del colore l'Adorazione dei pastori di Cosmo Sannio, replica di una tela del Giaquinto. Vanno infine segnalati alcuni pezzi appartenenti al Tesoro della Cattedrale, soprattutto una statua del 1738 in argento sbalzato e cesellato - in parte fuso - e rame dorato raffigurante Santa Domenica dell'argentiere napoletano Francesco Avellino. Diffuse nel percorso alcune sculture lignee, fra le quali si segnalano interessanti busti reliquiarii risalenti alla seconda metà del Seicento.

MUSEO STATALE DI MILETO
Corso Umberto I n.213
MILETO (VV)
Tel: +39 0963 33 70 15
E-mail: museostataledimileto@beniculturali.it
Giorni di apertura: chiuso lunedì
Orario: 9:00-13:00 / 15:00-19:00
Ingresso: libero
Il Museo Statale di Mileto, inaugurato nell'agosto del 1997, nasce a seguito di una convenzione del 1991 tra il Mibac, la Diocesi di Mileto, l'Amministrazione provinciale di Vibo Valentia ed il Comune di Mileto. Ospitato in un edificio ottocentesco di fianco alla Cattedrale, il Museo espone un cospicuo patrimonio d'arte di notevole rilevanza, che abbraccia un arco temporale compreso tra l'età tardo imperiale e l'Ottocento. La raccolta, ordinata in diverse sale espositive disposte su due piani, è divisa in sezioni determinate dalla sequenza cronologica. Le prime sale accolgono manufatti litici e marmorei di età romana provenienti, probabilmente, dall'antica Hipponium, centro romano nei pressi di Mileto, e manufatti medioevali provenienti dall'ex abbazia benedettina della SS. Trinità e dalla vecchia Cattedrale. Fra i manufatti di età normanna, ascrivibili ai secoli XI° e XII°, sono da considerare davvero un unicum i frammenti delle vetrate della SS. Trinità. Il piano superiore ospita una ricca sezione di argenti, parati sacri, sculture e dipinti, che raccontano la storia della città. La documentazione trecentesca più interessante è costituita da ciò che resta dei monumentali sarcofagi Sanseverino-D'Aquino e dalla lastra tombale del Vescovo Fazzari. Opere tutte, attribuite ad un'unica personalità denominata "Maestro di Mileto", per la presenza delle sue realizzazioni più notevoli proprio nella cittadina calabrese. La cultura dell'artista, se da un lato esprime e fonde elementi romanici, gotici e bizantini, dall'altro fa emergere linearismi e cadenze gotiche. Seguono frammenti litici del Quattro e Cinquecento e due sculture (la Giustizia e la Carità) d'età tardo barocca di artista napoletano. Attenzione particolare merita lo splendido Crocifisso in avorio di Alessandro Algardi, scultore di matrice classica fra i più importanti del Seicento romano.

MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI REGGIO CALABRIA
Piazza Giuseppe De Nava n.26
REGGIO CALABRIA
Tel: +39 0965 81 22 55
Fax: +39 0965 81 30 08
Sito web: www.museoarcheologicoreggiocalabria.it
E-mail: man-rc@beniculturali.it
Giorni di apertura: lunedì chiuso
Orario: 9:00-20:00
Ingresso: 8 Euro (intero), 5 Euro (ridotto 18-25), 6 Euro (mercoledì)
Il MarRC è uno dei musei archeologici più rappresentativi del periodo della Magna Grecia, con importanti collezioni, noto al mondo grazie all'esposizione permanente dei famosi Bronzi di Riace, accoglie anche una vasta esposizione di reperti provenienti da tutto il territorio calabrese. Il nuovo percorso museale ha inizio dall'alto, con una sezione dedicata alla Preistoria e si sviluppa fino al piano terra attraverso l'esposizione delle grandi architetture templari dei territori di Locri, Kaulonia e Punta Alice, garantendo una continuità spaziale e logica che ha il suo epilogo con l'esposizione dei materiali, ognuna provvista di testi esplicativi e supporti dedicati, ha l'obiettivo di "raccontare" al visitatore la storia della Calabria. Al piano seminterrato la dotazione delle Sale espositive è integrata da tre spazi destinati alle mostre temporanee.

PINACOTECA CIVICA
C.so Garibaldi angolo via Osanna
REGGIO CALABRIA
Tel: +39 0965 32 48 22
E-mail: pinacoteca@reggiocal.it
Giorni di apertura: chiusa sabato e domenica
Orario: 9:00-13:30 / 14:30-18:00 (venerdì chiusa nel pomeriggio)
Ingresso: libero
La Pinacoteca Civica è collocata in un'ala del teatro comunale "F.Cilea" appositamente ristrutturata ed inaugurata nel 2008 per ospitarne le collezioni. Contiene opere d'arte (dipinti e sculture) realizzate tra il XV° ed il XXI° secolo che derivano, in buona parte, dalle collezioni del soppresso Museo Civico (opere del cosiddetto I Nucleo) e da acquisti e donazioni più recenti, alcune avvenute durante le Biennali d’arte calabresi organizzate dallo storico dell’arte Alfonso Frangipane tra il 1920 ed il 1951 (opere del II Nucleo). Le opere di maggiore rilievo sono due tavolette lignee di Antonello da Messina ("San Girolamo penitente" e "Visita di tre angeli ad Abramo"), risalenti al periodo giovanile dell'artista. Si segnalano inoltre "Cristo e l'adultera" di Luca Giordano, "Il ritorno del figliol prodigo" di Mattia Preti, il gruppo scultoreo "Laocoonte" di Pietro Bernini, la "battaglia del Volturno" di Andrea Cefaly, la scultura "Nosside" di Francesco Jerace,il disegno a china "Pescatore scillese" di Renato Guttuso. Sono presenti, inoltre, opere degli artisti calabresi Vincenzo Cannizzaro, Ignazio Lavagna Fieschi, Rocco Larussa, Giuseppe Benassai, Annunziato e Tommaso Vitrioli, Nunzio Bava, Emilio Caputo, Antonio Cannata, Saverio Gatto, Rubens Santoro, oltre a numerosi dipinti di ambito napoletano del XVII-XVIII secolo. Sono disponibili visite guidate per gruppi e scolaresche ed attività didattiche per le scuole.

PICCOLO MUSEO SAN PAOLO
Via Cuzzocrea n.48
REGGIO CALABRIA
Tel: +39 0965 89 24 26
Sito web: www.museosanpaolo.it
E-mail: info@museosanpaolo.it
Giorni di apertura: mercoledì, sabato e domenica
Orario: 9:30-12:00 (altri orari su richiesta)
Ingresso: libero
Il Museo nasce nel 1992, anno della sua inaugurazione e apertura al pubblico, rappresentando da subito, con l’esposizione delle opere raccolte in tutta una vita da Mons. Gangemi, una delle realtà artistiche e culturali più importanti della città di Reggio e della Calabria intera. Le collezioni del Museo riflettono, nella loro eterogeneità, il gusto estetico del suo Fondatore che non si lasciava guidare, nelle sue scelte, da altri criteri se non quelli del bello e dell’amore per la sua città. Ad essa il Museo è dedicato e offerto e di essa il Museo parla, raccogliendo testimonianze e oggetti d’arte del territorio che coprono la sua intera storia, dal periodo della Magna Grecia a quello bizantino, dall’età medievale a quella contemporanea. Ma le opere hanno respiro internazionale, sia per provenienza sia per interesse; e toccano effettivamente ogni settore dell’arte, raggiungendo in ciascuno di essi livelli d’eccellenza: dipinti, icone, sculture, argenti sacri, avori, tessuti, libri antichi, monete, pezzi archeologici. Le collezioni si articolano in due semplici sale, con un’esposizione che permette comunque al visitatore di godere delle oltre 1000 opere della Fondazione, tutte visibili al pubblico, nell’attesa di poter usufruire di una sede più ampia.

MUSEO DIOCESANO DI REGGIO CALABRIA
Via Tommaso Campanella n.63
REGGIO CALABRIA
Tel: +39 338 75 54 386
E-mail: info@museodiocesanoreggiocalabria.it
Giorni di apertura: martedì, mercoledì, venerdì e sabato (altri giorni solo su prenotazione)
Orario: 9:00-13:00
Ingresso: 3 Euro (intero), 2 Euro (ridotto)
Inaugurato il 7 ottobre 2010, il Museo diocesano “Mons. Aurelio Sorrentino” di Reggio Calabria, occupa il pianterreno del Palazzo arcivescovile costruito alla fine del Settecento accanto alla Cattedrale di Maria SS.ma Assunta. Il Museo documenta, in particolare, le distinte identità, storica e religiosa, delle antiche sedi episcopali di Reggio Calabria e di Bova, fuse nel 1986. Le opere sono accolte in spazi tematici dedicati, tra gli altri: ai Frammenti della memoria, ove sono marmi sei-ottocenteschi appartenuti all’antica Cattedrale); al Tesoro delle Cattedrali, ove si espongono pregevoli argenterie sacre databili tra Cinque e Novecento; alle insegne che contraddistinguono la dignità e il ruolo del vescovo, ove risalta il ruolo dei singoli prelati in qualità di committenti di opere d’arte dal Quattrocento ad oggi; al rapporto tra Arte e devozione, con suppellettili e vesti liturgiche appartenute alle confraternite reggine, e tra Arte e culto dei Santi, con pregevoli reliquiari e corredi di immagini sacre. Tra le opere più significative esposte sono: la Resurrezione di Lazzaro attribuita al pittore napoletano Francesco De Mura, allievo di Francesco Solimena (terzo decennio sec. XVIII); l’Ostensorio raggiato disegnato dal polistenese Francesco Jerace nel 1928, in occasione del Congresso Eucaristico regionale svoltosi a Reggio Calabria; il settecentesco Reliquiario a braccio di San Giovanni Theriste, le cui reliquie furono consegnate da Apollinare Agresta, abate del monastero italo-greco di Stilo, a monsignor Marcantonio Contestabile, vescovo di Bova dal 1669 al 1699; il Bacolo pastorale di mons. Antonio de Ricci, arcivescovo di Reggio dal 1453 al 1490, opera in argento e smalti di scuola napoletana; un Crocifisso in avorio donato alla Cattedrale dall’arcivescovo Alessandro Tommasini (1818–1826); pregevoli manufatti tessili appartenuti alla Confraternita dell’Immacolata nella chiesa della SS. Annunziata e, tra essi, un parato nobile in broccato di seta, opera di manifattura lionese (secondo quarto sec. XVIII).

MUSEO NAZIONALE DI LOCRI EPIZEFERI
C.da Marasà
LOCRI (RC)
Tel: +39 0964 39 00 23
Giorni di apertura: chiuso lunedì
Orario: 9:00-20:00
Ingresso: 4 Euro (intero), 2 Euro (ridotto)
Il Museo Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri sorge ai confini dell'area sacra di Marasà, nelle immediate adiacenze del tratto d'angolo in cui le mura dopo il loro percorso parallelo alla costa prendono a svilupparsi verso le colline. Situato presso il km. 95.000 della Strada Statale 106 "Jonica", il Museo venne realizzato su progetto dell'architetto G. De Franciscis ed aperto al pubblico nel 1971 con la denominazione di "Antiquarium di Locri". E' una struttura di piccole dimensioni che si sviluppa essenzialmente su due livelli. Nell'estate del 1998 l'Antiquarium viene elevato al rango di Museo Nazionale riconoscendo la fondamentale importanza dell'area archeologica di Locri Epizefiri nell'ambito del patrimonio culturale del nostro paese. Tale evento segna un momento importante per lo sviluppo dell'intera area archeologica che, nel più ampio progetto di istituzione del Parco Archeologico, viene significativamente ripensata anche per via delle nuove campagne di scavo che interessarono l'area romana della città antica. Tali campagne di scavo, con i loro eccezionali ritrovamenti (quali, ad esempio, la statua detta del "Togato di Petrara") riproposero il problema di un'area espositiva museale che doveva essere, senza ulteriori attese, ampliata per poter permettere l'esposizione di un numero maggiore di reperti. Venne, quindi, individuato all'interno dell'area archeologica un edificio privato, il "Casino Macrì", che realizzato tra il XVIII° ed il XIX° secolo ed adibito a masseria, inglobava ampie porzioni originali (persino una intera sala con copertura a volta) di una struttura di epoca romana e che, una volta acquisito e debitamente restaurato, avrebbe potuto ospitare, in un'ambientazione decisamente suggestiva, la collezione del periodo romano dei reperti provenienti dal territorio dell'antica Locri. ll I livello sopraelevato è costituito dalla classica area espositiva nella quale trovano posto i reperti e le varie teche che li contengono, disposti secondo un criterio basato sul luogo di rinvenimento del manufatto; il secondo livello è uno spazio aperto che si sviluppa al di sotto del livello sopraelevato a formare quasi un portico nel quale trovano posto reperti di dimensioni maggiori quali sarcofagi, cippi funerari ed elementi architettonici di varia natura, tale spazio è stato inoltre utilizzato anche per conferenze e presentazioni relative all'attività archeologica sviluppatasi nel corso degli anni.

PARCO MUSEO SANTA BARBARA - MUSABA
Fondazione Spatari/Maas
Viale Santa Barbara
MAMMOLA (RC)
Tel: +39 333 24 33 496
Sito web: www.musaba.org
E-mail: info@musaba.org
Giorni di apertura: tutti i giorni
Orario: 9:00-16:00 (autunno/inverno); 8:00-18:00 (primavera/estate)
Ingresso: 5 Euro (senza guida), 7 Euro (visita guidata gruppi - min.15 pp), libero (bambini sotto i 6 anni)
Il Musaba, parco museo laboratorio situato nel cuore della Calabria creato dagli artisti Nik Spatari e Hiske Maas in oltre 40 anni, è una creativa e intellettuale fondazione, un’integrazione di arte e architettura contemporanea, paesaggio, archeologia, agricoltura biologica e ricerca rilevante all’eredità artistico-culturale del Mediterraneo. Esponenti di arte-architettura-paesaggio, i due artisti/fondatori costringono gli elementi naturali a diventare un unico progetto, un processo di integrazione tra passato e presente di grande interesse ed utilità, realizzando un sito di grande impatto visivo. Una testimonianza autentica e pregnante di significati, un intreccio tra passato e presente; un connubio tra arte, architettura e paesaggio. E' un museo all'aperto, improntato da un principio di presidio attivo, un vero e proprio parco scientifico con un programma di forte interattività, un parco laboratorio produttivo. Nel parco museo laboratorio si ha la possibilità, rara, di rilevare la presenza di differenti tipologie di presenze che sono state conservate e restaurate e che costituiscono un unicum di rilevante interesse ambientale nel quale convergono valori e testimonianze storiche dell'antica frequentazione di queste aree. Le attrazione principali del MUSABA sono: il parco (7 ha) con le opere monumentali site-specific realizzate da Nik Spatari ed artisti internazionali, che è diventato uno tra i maggiori di Europa; l’acrocoro con il complesso storico in fase di restauro innovativo e l’ex chiesa del 1100 con l’opera monumentale tridimensionale “Il Sogno di Giacobbe” (250 mq); la nuova ala museale “Rosa dei Venti“; il MuSaBa Art Hotel/Foresteria; i mosaici monumentali – archeologia musiva contemporanea (1000 mq) in progress nel chiostro e sulle pareti esterne della Foresteria concepiti dall’artista Spatari; l’ex stazione ferroviaria.

MUSEO DIOCESANO E TESORO DELLA CATTEDRALE
Piazza Tribuna
GERACE (RC)
Tel: +39 0964 35 63 23
E-mail: giacomooliva@hotmail.com
Giorni di apertura: chiuso lunedì
Orario: 9:30-13:00 / 15:00-18:00 (orario invernale); 9:30-13:00 / 15:00-19:30 (orario estivo)
Ingresso: 2 Euro (intero), 1,50 Euro (gruppi), 1 Euro (scuole)
La raccolta comprende un considerevole numero di suppellettili ed arredi provenienti dalla Cattedrale e da altri luoghi di culto e confraternite del territorio diocesano. Tra i manufatti di rilievo, sia sotto il profilo della qualità che per la rilevanza nella storia della diocesi, è la Stauroteca in argento dorato, pietre dure e perline portata in Gerace dal vescovo Atanasio Calceopoulos nel XIV° secolo, ma in realtà ascrivibile al XII° secolo, realizzata probabilmente in Gerusalemme o nei laboratori normanni di Sicilia. La ricchezza e la qualità dei manufatti esposti, compresi tra il XVI° e il XX° secolo, testimonia la grande attenzione dei prelati, succedutisi sul soglio vescovile, nel dotare di suppellettili preziose la Cattedrale e ne documentano il gusto. Di rilievo, tra gli altri, il calice di Mons. Diez De Aux datato 1726, opera di argentiere siciliano eseguita in filigrana e pietre dure, il busto argenteo di santa Veneranda, su cui è impresso il monogramma di Gregorio Juvarra, e la splendida scultura argentea dell’ Immacolata datata 1772, commissionata dal vescovo Scoppa. Ottocentesco è l’ ostensorio raggiato di Mons. Pellicano, opera di grande imponenza e ricchezza, e altre suppellettili di argentieri napoletani quali Gennaro Pace e Romanelli. Il percorso è arricchito da sculture lignee quali la settecentesca Santa Filomena, da un pregevole Cristo in avorio e raffinati parati sacri.

ANTIQUARIUM NICOLA DE ROSA
Via Felice Battaglia - c/o Casa della Cultura
PALMI (RC)
Tel: +39 0966 26 22 50
E-mail: casadellacultura@libero.it
Giorni di apertura: chiuso il sabato e la domenica
Orario: 8:00-14:00 / 15:00-18:00 (aperto di pomeriggio solo il giovedì)
Ingresso: 1,55 Euro (intero), gratuito (scuole e pensionati)
Nell'antiquarium "Nicola De Rosa" sono custoditi dei reperti provenienti dall'antica città di Tauriana, in un periodo compreso dal V° secolo a.C. all'XI° secolo, oggetti ritrovati sui fondali del mare lungo la Costa Viola, materiali riferiti all'età del bronzo (provenienti dalla Grotta della Pietrosa di Palmi o da rinvenimenti sporadici nel territorio), e materiale proveniente dall'area del Tempio di San Fantino e dalla località di Scinà, dove sorgeva una villa con la sua necropoli. Queste ultime due zone costituiscono il nucleo più consistente di materiale dell'antiquarium. Le epigrafi delle aree sepolcrali di San Fantino e di Scinà sono riferibili sia alla frequentazione pagana (I° secolo d.C.-III° secolo) che a quella cristiana (IV° secolo-V° secolo).
Dai fondali del Lido di Palmi provengono le opere più importante dell'antiquarium è cioè un busto dell'imperatore Adriano, copia postuma e forse locale eseguita tra il 135 ed il 140 d.C., e due statue acefale di età ellenistica.
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