"Egli è questo paese quasi tutto
pieno di monti, e di belli, e fruttiferi colli, e di vaghe valli.
Quindi si cava grano, orzo, e altre biade, con vino di ogni
condizione, cioè austero, e di altre maniere, olio, fichi, con altri
saporiti frutti, zuccaro, mele, cera, sale di miniera, e d'acqua
marina, oro, argento, lane, bambagio, e zaffarano, con altre simili
cose. Eziandio se ne trae tanta seta, che ardisco dire, che
paragonandola a quella, che si cava del resto d'Italia la si possa
ragguagliare ad essa. Quivi nasce il lino, canape, e dal cielo casca
la manna......belli giardini pieni di Citroni, Aranci,
e Limoni di più sorti. Ritrovansi utili fiumi, dilettevoli colli
dell'Appennino, e folti boschi d'altissimi ilici......è
questo paese molto abitato di popoli che sono per maggior parte rozzi
di costumi, vivendo molto grossamente. Sono essi popoli di statura
non molto grandi, e di colore aquilo. Vi sono eziandio in questi
luoghi assai uomini di grand'ingegno, e di civili costumi
ornati......".
Leandro Alberti, 1525
"Vi è di tutto in Calabria, e di
tutto in abbondanza: questo è forse il paese dell'universo più
ricco e più fertile per tutte le specie di
produzioni...... si è assai stupiti, con tanti
vantaggi riuniti, di non trovare, nel mezzo di questi tesori della
natura, che villaggi in rovina, abitanti poveri, senza vestito,
portando quello della miseria, e con figure gracili e
selvagge...... eravamo sopratutto sorpresi di vedere
che questa Calabria, di cui avevano fatto tanta paura, era il luogo
ove durante tutto il nostro viaggio avevamo visto esercitare
l'ospitalità con la più larga franchezza e cordialità. Si può
dire, e senza esagerazione, di questi felici e tranquilli abitanti,
che, da quando si entra nelle loro case, esse divengono vostre;
quelli non hanno più nulla per loro, e senza fasto vi mettono
davanti tutto ciò che può piacervi, tutto ciò che voi potete
desiderare".
G. Richard, 1778
"Nel pomeriggio cavalcammo per tre miglia su una bellissima collina ricoperta di aranci, limoni, cedri, ulivi, mandorli e di altri alberi da frutto che per le contrastanti macchie di verde e per la varietà della loro altezza e forma, offrivano uno dei più vari e intensi panorami che avessi mai visto in Italia che pure è paese di meravigliosi paesaggi. Rimasi incantato dalla stupenda vista e quasi inebriato dai profumi......".
Henry Swinburne, 1779
"Discesi dalla montagna, costeggiammo la spiaggia. Non c'è niente di più bello di questa costa, tutta ricoperta di alberi, di giardini e terrazze, di edifici eleganti e incorniciata da un'antica foresta di querce......".
Astolphe de Custine, 1812
"Il nome di Calabria in se stesso
ha non poco di romantico. Nessun'altra provincia del Regno di Napoli
offre tale interesse promettente o ispira tanto prima di avervi messo
piede ... "Calabria!", appena il nome è pronunziato, un
mondo nuovo si presenta alla nostra mente, torrenti, fortezze, tutta
la prodigalità dello scenario di montagna, cave, briganti e cappelli
a punta, la signora Radcliffe e Salvator Rosa, costumi e caratteri,
orrori e magnificenze senza fine!".
Edward Lear, 1847
"Tutti i calabresi che ho incontrato
erano generosi e così allegri nella loro miseria!".
Pierre-August Renoir
"Qua e là sono incastonate, gemme preziose, le reliquie di grandi ed illustri città greche".
Paolo Orsi, 1910
"Se non fosse per la mancanza
dell'erica...il viaggiatore potrebbe credere di essere in Scozia".
Norman Douglas, 1915
"La gente di questi paesi è di un
tatto e di una cortesia che hanno una sola spiegazione: qui una volta
la civiltà era greca".
Cesare Pavese, 1935
"Il paesaggio calabrese ... é un
paesaggio di forme distese e quasi spianate, un paesaggio
essenzialmente di lunghezza, in cui la luce gioca fra massa e massa
di rilievo, tra solco e solco di fiume e di fiumare, formando
successioni di quinte in ombra e in sole, sino alle pareti dei grandi
rilievi terminali, mentre il mare continua, con la linea del suo
orizzonte, quella delle alture e la congiunge ai profili e ai piani
di altre alture, facendo da sfondo a grandi quadri dai cieli
altissimi e luminosissimi".
Giuseppe Isnardi, 1953
"La Calabria sembra essere stata
creata da un Dio capriccioso che, dopo aver creato diversi mondi, si
è divertito a mescolarli insieme".
Guido Piovene, 1957
"...viaggiare in Calabria significa compiere un gran numero di andirivieni, come se si seguisse il capriccioso tracciato di un labirinto. Rotta dai torrenti in forte pendenza, non solo è diversa da zona a zona, ma muta, con passaggi bruschi, nel paesaggio, nel clima, nella composizione etnica degli abitanti. La Calabria è allo stesso tempo, un mosaico e un puzzle...".
Guido Piovene, 1957
"Quando fu il giorno della
Calabria Dio si trovò in pugno 15000 kl.² di argilla verde con
riflessi viola. Pensò che con quella creta si potesse modellare un
paese di due milioni di abitanti al massimo. Era teso in un maschio
vigore creativo il Signore, e promise a se stesso di fare un
capolavoro. Si mise all'opera, e la Calabria uscì dalle sue mani più
bella della California e delle Hawaii, più bella della Costa Azzurra
e degli arcipelaghi giapponesi".
Leonida Repaci