Le tradizioni sono parte integrante dell'identità culturale calabrese. Sebbene siano sempre di meno quelli che si dedicano all'attività artigianale, non mancano ancora oggi maestri in grado di portare avanti le antiche consuetudini. Tra le produzioni artigianali tradizionali della regione annoveriamo:
CERAMICHE
Due sono le principali
scuole calabresi di ceramica, quella di Squillace (provincia di
Catanzaro) e quella di Seminara (provincia di Reggio Calabria). La
prima (Squillace) ha origini antichissime e si caratterizza per la
“tecnica dell'ingobbio graffito”, un procedimento che consiste
nel rivestire i manufatti (piatti, vasi, bottiglie, fiasche,
giarrotte) di un velo di caolinite di colore bianco che viene poi
inciso a graffio con una punta acuminata. L'argilla così messa a
crudo, in prima cottura assume un colore rosso scuro in contrasto con
l'ornatura in rilievo di colore biancastro. La seconda (Seminara - nella foto)
rappresenta un'eccellenza nel settore della ceramica. I maestri
artigiani di Seminara lavorano l’argilla ancora secondo tradizioni
antichissime. Tipici esemplari di questa produzione sono le “maschere
atropopaiche”: alcune di chiara matrice greca si riallacciano alle
maschere del teatro e della mitologia; altre, dall'aspetto orrido e
grottesco, hanno la funzione di tenere lontani gli spiriti del male
che, nel credo popolare, si materializzano negli invidiosi portatori
di malocchio, nel diavolo e negli spiritelli dei campi; per questo,
tali maschere, venivano e vengono tuttora poste sui tetti o bene in
vista nelle case calabresi. Altre destinazioni meritevoli di
citazione per la loro tradizione di ceramisti sono: Bisignano, piccolo borgo in provincia
di Cosenza dove, dal XIII° secolo, si pratica l'arte della ceramica e Gerace, borgo d'arte situato in provincia di Reggio Calabria che, invece, ripropone le ceramiche dell'antica Locri Epizephiri, con la produzione di piccole anfore o quadretti a rilievo che ricordano i pinakes locresi (formelle votive offerte dalla dea Persefone). --||Le Botteghe calabresi della Ceramica artigianale||--
A Tiriolo (provincia di Catanzaro) si realizzano
i “vancali” (scialli da donna realizzati in lana o seta con
fasciature trasversali multicolori), un tempo indossati dalle donne
calabresi ed ora impiegati come decori ornamentali su poltrone,
tavoli e pareti, e le "pezzarre", strisce multicolori usate in vario modo. A San Giovanni in Fiore (provincia di Cosenza)
l'arte della tessitura risale al XVII° secolo. Qui si realizzano ancora
oggi gli “ozaturi a pizzulune” (copriletti con disegni
d'ispirazione magno-greca), le “trappigne” (tipiche coperte dalle
tonalità calde), la “n'cullerata” (lo sfilato tipico
impreziosito da ricami che ornava il costume delle donne del luogo);
a queste produzioni si aggiungono preziosi tappeti, tessuti
d'arredamento, stuoie e tende. L'arte della tessitura a Longobucco
(provincia di Cosenza) ha origini antichissime e le complesse
tecniche usate sono ancora oggi quelle di un tempo. Il telaio
adoperato è rudimentale, molto simile a quello di “Penelope”;
richiede movimenti sincronizzati di mani e piedi per creare la tela
di base mentre il ricamo viene eseguito tutto rigorosamente a mano. I
principali disegni, tratti dagli aspetti caratteristici della vita
paesana, hanno un fascino che deriva dai loro significati simboloci:
“la giustizia”, “la testa del re”, “la vigna”. Le materie
prime impiegate vanno dalla ginestra, al cotone, alla seta, alla lana
di pecora. Diversi gli articoli che si realizzano: le coperte (che
rappresentano il pezzo più importante), gli arazzi, le stoffe per
l'alta moda, gli scialli, i tappeti e poi la biancheria per la
casa. A Bova (provincia di Reggio Calabria), piccolo paese dell'area grecanica, si producono le coperte dette "vutane", le cui trame decorative a "croce greca" richiamano motivi tipicamente ellenici. A San Floro (provincia di Catanzaro), piccolo borgo posto in altura a pochi chilometri di distanza dal mar Jonio, la produzione tessile rispecchia ancora
l’antica tradizione artigiana. Il filo d’oro viene lavorato su
antichi telai a quattro licci sui ritmi cadenzati dallo scorrere
della “navetta”. Tutti i prodotti, realizzati in seta greggia,
garantiscono unicità e qualità, rispettando il concetto di
sostenibilità ambientale. Le colorazioni di scialli, coperte,
tovaglie e runner vengono effettuate esclusivamente con prodotti
naturali come ad esempio il papavero, la mora di gelso, la cipolla di
Tropea, i fiori di ginestra il mallo di noce. Inoltre, da alcuni anni, nasce Siráku, una linea
di gioielli che intreccia i fili della seta calabrese e la semplicità
e naturalezza della filosofia d’Oriente, lo stesso Oriente che nei
tempi lontani svelò al mondo il segreto del baco da seta. --||Le Botteghe della Tessitura in Calabria||--
I maestri liutai di Bisignano (Provincia di
Cosenza), sono famosi in tutto il mondo per la loro pregiata ed
artistica produzione di strumenti musicali a corda. Per secoli hanno
costruito strumenti caratterizzati da un suono particolarmente dolce
e vibrante, dovuto ad una combinazione di elementi tra i quali la
scelta dei legni, le proporzioni, le colle utilizzate. --||Le Botteghe liutarie calabresi||--
I principali
centri di produzione orafa in Calabria sono San Giovanni in Fiore
(Provincia di Cosenza) e Crotone. Tra le numerose varietà di
gioielli prodotti artigianalmente, realizzati principalmente in
filigrana e oro, si segnalano in particolare: la “jennacca”, una
collana di una bellezza particolarissima, il “brillocco”, una
spilla con una pietra incastonata, e poi, collane, cammei, coralli,
anelli, bracciali, ciondoli, orecchini e pendenti che riprendono
antichi modelli della tradizione ortodossa e magno-greca. E poi ci sono le botteghe orafe di Rossano, Cosenza e Castrovillari, che realizzano preziosi gioielli in filigrana e oro come la "gargantiglia", una collana adorna di rubini, pietre verdi e granatine, o le "boccolette", orecchini con perle e pendenti di cristallo. E dalla tradizione degli antichi sposalizi le "ligazze", piccoli lacci d'oro e le "spatille", spadini che lo sposo infilava nei capelli della sposa. --||I Laboratori di Oreficeria e Preziosi in Calabria||--
PIPE ARTIGIANALI
Dalla lavorazione del legno di noce e dalla pianta erica arborea
detta “ciocco” si producevano le pipe artigianali calabresi, la cui produzione è una tradizione
tramandata da padre in figlio ed è fra le più antiche e famose
attività artigianali della Calabria. E’ un lavoro appassionante e delicato
e costituisce una delle voci più importanti per la
commercializzazione nei mercati nazionali ed internazionali; le pipe
calabresi risultano al primo posto nelle collezioni degli amatori e dei ricercatori più illustri, sia per le loro qualità funzionali che
estetiche. Le più famose vengono prodotte a Brognaturo, piccolo centro agricolo del versante ionico delle serre vibonesi, dalla famiglia Grenci. --||Le Botteghe dei Mastri Pipai in Calabria||--
PROFUMI
Varie sono le aziende nella regione che producono profumi
maschili e femminili rigorosamente made in Calabria, realizzati con
le splendide fragranze al bergamotto, al gelsomino, al cedro, alla
zagara. Tra tutti ovviamente spicca il bergamotto, il frutto
d'eccellenza della nostra regione, prodotto della terra divenuto l’agrume più pagato al mondo per via dell’olio essenziale estratto dalla buccia, alla base dell’80% dell’acqua di colonia maschile e degli eau de parfum delle più prestigiose case produttrici. Un’esclusiva tutta calabrese, in quanto la sua coltivazione è diffusa soprattutto tra Reggio Calabria e Locri dove si produce più del 70% dell’olio essenziale di tutto il mondo. --||Le Botteghe dei Profumi made in Calabria||--
BUCCIA RIVERSA DI BERGAMOTTO
La lavorazione della buccia riversa del
bergamotto ha radici molto antiche nella cultura contadina della
Calabria Greca. E’ una tecnica che richiede pazienza e maestria per
ricavare e modellare dalla buccia dell’agrume oggetti di semplice
ed antica bellezza che mantengono intatto il magnifico profumo del
frutto. Nel XIX° secolo era di grandissima moda
la produzione di tabacchiere con ogni tipo di foggia e di materiale.
Destinate a contenere il tabacco da pipa o da fiuto, le tabacchiere
erano ben presenti anche nel mondo contadino. La tabacchiera in
buccia riversa di bergamotto è un piccolo capolavoro della cultura
popolare calabrese quasi dimenticato sino a qualche anno addietro. Si
deve alla paziente opera di ricerca e di recupero di un Parroco di
Varapodio, Don De Masi, se questo grazioso oggetto ritorna ad essere
conosciuto e diffuso.
FERRO BATTUTO E RAME
Presente fin dal Medioevo, l'arte del ferro battuto ha resistito a tutte le mode, continuando nei secoli ad adornare case nobiliari e non, con la medesima eleganza. Il segreto è nel suo fascino antico, nel suo essere elemento inimitabile per austerità ed essenzialità, unico ad inserirsi nelle case e negli arredi urbani con tanta grazia. In Calabria vastissimo è il numero di maestri artigiani del ferro che ottengono importanti riconoscimenti per le loro pregevolissime lavorazioni (cancelli, pergolati, gazebi, ringhiere, parapetti per balconi, scale da interni ed esterni, complementi d'arredo ed elementi decorativi per cortili e giardini). La produzione di lavori in rame è ancora copiosa a Dipignano, paese che sorge nei pressi di Cosenza e che vanta una solida tradizione nel settore.
L'arte del vimine consiste nella
costruzione a mano di panari e cestelli; ancora oggi alcune piccole
fabbriche, spesso a conduzione familiare, realizzano cestini, sedie
impagliate, souvenir ed altri accessori. Notevole è la produzione di San Giorgio Morgeto, piccolo paese aspromontano della provincia reggina, dove si producono "cannistri", cioè contenitori per la raccolta della frutta, "panari" o "ferlazze" per l'esposizione al sole dei pomodori, dei fichi o delle melanzane. Per questa lavorazioni viene molto usato anche il legno di castagno tagliato a strisce. Un posto d'onore per queste lavorazioni merita anche Soriano Calabro, dove c'è una produzione abbastanza differenziata di prodotti quali: sedie impagliate, cestini ed altri utensili di uso agricolo o decorativo, tra i quali spicca il peculiare ventaglio per attizzare il fuoco. Altri comuni calabresi dove è ancora viva la lavorazione dei vimini sono: Polistena, Laureana, Montegiordano, Pianopoli e Cortale. Ceste di ginestra e salice
vengono prodotte a Santa Caterina Albanese. Mentre a Sangineto, in provincia di Cosenza, si conserva
ancora la lavorazione di oggetti in salice, canna e giunco.